Diga crollata in Brasile: 34 i morti, quasi 300 i dispersi
Il crollo della diga di scarti minerari dell'azienda Vale a Brumadinho, nel Minas Gerais, ha lasciato un pesante bilancio di vittime - 34 morti confermati finora e almeno 273 dispersi - e un gusto amaro di delusione, tre anni dopo un incidente simile a Mariana, nello stesso Stato brasiliano, che è stato il più grave disastro ambientale nella storia del paese.
Secondo le autorità brasiliane, il crollo della diga di Brumadinho ha provocato il versamento di circa 13 milioni di metri cubi di rifiuti minerari, il che equivale a circa il 20% del materiale fuoriuscito dopo il crollo di Mariana, nel 2013. Ma se il danno ambientale è più ridotto il bilancio di vittime sarà probabilmente molto più pesante. A Mariana, infatti, i morti furono 19, mentre ora ai 34 morti confermati si aggiungono le centinaia di dispersi - secondo l'ultima stima dei pompieri - mentre il presidente della Vale, Fabio Schvatsman, ha confermato che l'azienda ha perso contatto con 413 dei suoi dipendenti locali dopo il disastro.
Schvatsman ha accompagnato ieri il presidente Jair Bolsonaro in un sopralluogo in elicottero della zona di Brumadinho. «È difficile trovarsi davanti a questo scenario e non essere commossi», ha scritto poi Bolsonaro su Twitter, promettendo che «faremo tutto il possibile per assistere le vittime, contenere i danni, accertare i fatti, garantire la giustizia e prevenire nuove tragedie come quelle di Mariana e Brumadinho».
Difícil ficar diante de todo esse cenário e não se emocionar. Faremos o que estiver ao nosso alcance para atender as vítimas, minimizar danos, apurar os fatos, cobrar justiça e prevenir novas tragédias como a de Mariana e Brumadinho, para o bem dos brasileiros e do meio ambiente.
— Jair M. Bolsonaro (@jairbolsonaro) 26 gennaio 2019
La priorità del momento, ha sottolineato Bolsonaro, è la ricerca di possibili sopravvissuti, diventata più difficile nelle ultime ore a causa delle forti piogge che si sono abbattute sul Minas Gerais, che rendono ancora più difficile l'accesso alle zone investite dalla valanga di fango e rifiuti fuoriuscita dalla diga. Nel frattempo, le immagini della distruzione e la desolazione seminata dal disastro rimbalzano da ieri sui media brasiliani, mentre la polizia ha aperto un'inchiesta sul crollo della diga di Brumadinho, e un tribunale del Minas Gerais ha ordinato il blocco di un miliardo di reais (circa 265 milioni di dollari) nei conti della Vale, leader globale nella produzione ed esportazione di minerale di ferro, per coprire le necessità più urgenti delle vittime».
Duro il commento di Greenpeace di fronte a questa nuova catastrofe, che definisce «crimine ambientale». «Questo nuovo disastro dimostra disgraziatamente che lo Stato e le compagnie del settore minerario non hanno imparato la lezione», ha detto Nino D'Avila, portavoce dell'organizzazione, secondo il quale «questi non sono incidenti, sono crimini ambientali che devono essere investigati, puniti e riparati».
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