Detenuto muore in carcere a Sassari dopo aver inalato gas

SASSARI, 22 APR - Giallo nel carcere di Bancali a Sassari: un detenuto di 36 anni, originario del nord Africa, è stato trovato privo di vita nella sua cella dagli agenti di polizia penitenziaria. Quando i poliziotti hanno aperto la porta della cella hanno trovato l'uomo riverso per terra con accanto la bomboletta da fornello e un forte odore di gas. Nella cella c'era anche un altro detenuto che non si era accorto di nulla. A denunciare l'ennesima tragedia accaduta nel carcere sassarese è il sindacato Sappe: "Sono ancora in corso gli accertamenti per capire se la causa della morte del detenuto, avvenuta con l'inalazione del gas della bomboletta che legittimamente i detenuti posseggono per cucinare e riscaldare cibi e bevande, sia la deliberata volontà di togliersi la vita o le conseguenze di uno sballo finito male. Ma certo è che l'uomo è morto e questo è un fatto triste e grave", spiega il delegato Sappe per la Sardegna, Antonio Cannas. "È ora che al posto delle pericolosissime bombolette a gas, a volte trasformate anche in bombe contro il personale di polizia penitenziaria, si dotino le carceri di piastre elettriche per riscaldare il cibo dei detenuti. Già da tempo, come primo sindacato della polizia penitenziaria, il Sappe ha sollecitato i vertici del Dap per rivedere il regolamento penitenziario, al fine di organizzare diversamente l'uso e il possesso delle bombolette di gas", conclude Cannas. "Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri, tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni, è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti", aggiunge il segretario generale del Sappe, Donato Capece.
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