Denise, ispezione nella casa dove abitò l'ex moglie del papà
A 17 anni dalla scomparsa, dopo innumerevoli segnalazioni, un processo alla sorellastra di Denise accusata del rapimento e assolta, le dichiarazioni di un presunto pentito che ha parlato, la vicenda di Denise tiene ancora tutti col fiato sospeso.
«Denise va cercata...». Lo ha ribadito Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, scomparsa l'1 settembre 2004, in collegamento con la trasmissione Live in onda su Rai2, dopo avere appreso in diretta dell'ipotesi che il corpo della bimba sia nascosto nell'ex casa di Anna Corona. In queste ore, i carabinieri della Scientifica di Trapani stanno eseguendo un sopralluogo nell'abitazione di via Pirandello, a Mazara del Vallo, utilizzata da Anna Corona, l'ex moglie di Pietro Pulizzi, papà biologico della piccola Denise.
Fonti investigative di Marsala smentiscono che siano in atto ricerche del corpo di Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004. L'indiscrezione era emersa nel corso della trasmissione di Rai 2 «Ore 14» alla quale stava partecipando anche la mamma di Denise, Piera Maggio, e il suo avvocato Giacomo Frazzitta. È stato proprio quest'ultimo, nel corso della trasmissione, a rendere noto di avere ricevuto un link con la pubblicazione dell'indiscrezione che non ha però trovato alcuna conferma ufficiale da parte della Procura. Il legale ha stigmatizzato la fuga di notizie, mentre la mamma di Denise, visibilmente provata, ha chiesto di abbandonare la trasmissione.
Anche «Chi l'ha visto?», oggi alle 21.20 su Rai3, sarà collegamento in diretta con Mazara del Vallo. Le indagini sono partite con il piede sbagliato, dice l'ex pm Maria Angioni che si occupò del caso di Denise Pipitone, all'epoca in servizio nella cittadina del Trapanese, e che è stata ascoltata dalla procura come persona informata sui fatti.
Maria Angioni, ora giudice a Sassari, è stata protagonista nell'ultimo mese di clamorose esternazioni su un giallo che sembra non avere soluzione. La Procura di Marsala che è tornata a indagare sul caso per fare luce su eventuali depistaggi e falle in una inchiesta andata avanti per anni.
La scelta di ascoltare il magistrato nasce dalle gravi affermazioni che la donna ha fatto nel corso di diverse trasmissioni televisive. Angioni ha infatti stigmatizzato la mancanza di collaborazione dei testimoni e, soprattutto, ha usato parole molto dure nei confronti degli investigatori ai quali, dopo la scomparsa di Denise, vennero delegate le indagini. «Abbiamo avuto grossi problemi. Abbiamo capito che dopo tre giorni tutte le persone sottoposte a intercettazioni già sapevano di essere sotto controllo. A un certo punto, quando ho avuto la direzione delle indagini, ho fatto finta di smettere di intercettare e poi ho ripreso da capo con forze di polizia diverse, nel disperato tentativo di salvare il salvabile», ha rivelato.
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