Italia e Estero

Decreto sicurezza viola Costituzione ed è pericoloso, appello

La protesta degli studenti nella facolta' di Lettere della Federico II dove hanno esposto uno striscione con la scritta ' No al Ddl paura' e affisso numerose locandine con la scritta 'I servizi segreti ci stanno spiando' con il disegno stilizzato dell'occhio del 'Grande fratello' di Orwell, Napoli, 03 aprile 2025. ANSA/ CIRO FUSCO
La protesta degli studenti nella facolta' di Lettere della Federico II dove hanno esposto uno striscione con la scritta ' No al Ddl paura' e affisso numerose locandine con la scritta 'I servizi segreti ci stanno spiando' con il disegno stilizzato dell'occhio del 'Grande fratello' di Orwell, Napoli, 03 aprile 2025. ANSA/ CIRO FUSCO
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ROMA, 27 APR - Il decreto sicurezza "viola le prerogative costituzionali garantite al Parlamento, punta a reprimere il dissenso e comprime alcuni diritti fondamentali , tassello fondamentale in qualunque democrazia". E' quanto sostengono 257 giuspubblicisti di tutte le Università italiane che lanciano un appello pubblico in cui evidenziano l'incostituzionalità del decreto, invitando gli organi di garanzia a tenere alta l'attenzione. Per i firmatari, "si tratta di un disegno estremamente pericoloso" ed è motivo "di ulteriore preoccupazione il fatto che questo disegno si realizzi attraverso un irragionevole aumento qualitativo e quantitativo delle sanzioni penali che - in quanto tali - sconsiglierebbero il ricorso alla decretazione d'urgenza", che è stata utilizzata per adottarlo. "Numerosi sono i principi costituzionali che appaiono compromessi", sostegnono i giuspubblicisti che citano "il principio di uguaglianza che non consente in alcun modo di equiparare i centri di trattenimento per stranieri extracomunitari al carcere o la resistenza passiva a condotte attive di rivolta". E ancora, in contrasto con l'articolo 13 della Costituzione e la tutela della libertà personale "è il cosiddetto daspo urbano disposto dal questore che equipara condannati e denunciati; non meno preoccupante è la previsione con cui si autorizza la polizia a portare armi, anche diverse da quelle di ordinanza e fuori dal servizio". "Una serie di disposizioni del decreto-legge aggravano gli elementi di repressione penale degli illeciti addebitati alla responsabilità di singoli o di gruppi solo per il fatto che l'illecito avvenga "in occasione" di pubbliche manifestazioni, disposizione che per la sua vaghezza contrasta con il principio di tipicità delle condotte penalmente rilevanti, violando per giunta la specifica protezione costituzionale accordata alla libertà di riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico" . "Torsione securitaria, ordine pubblico, limitazione del dissenso, accento posto prevalentemente sull'autorità e sulla repressione piuttosto che sulla libertà e sui diritti rappresentano le costanti di questi interventi", concludono i firmatari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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