Italia e Estero

Dall'Abruzzo al fango di Valencia in missione di solidarietà

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L'AQUILA, 12 DIC - Una raccolta fondi e una missione a sostegno delle aree colpite dall'alluvione a cavallo tra ottobre e novembre in Spagna sono state avviate dalla onlus, con base in Abruzzo, 'Salvati per servire': fondata in Italia nel 2012 come associazione di volontariato di Protezione civile, offre aiuto pratico e morale a chi è in difficoltà. In risposta alle loro richieste di aiuto, 'Salvati per Servire' ha deciso di avviare il progetto 'Insieme per la Spagna'. Tra i volontari della onlus, che fa capo al pastore evangelico Corrado Camagna, c'è il giovane Ilhor Denysov, strappato dalle ferite della guerra in Ucraina dove, con ogni probabilità, sarebbe stato coinvolto nelle operazioni militari. L'associazione, infatti, può contare su una base logistica in Romania. Proprio durante i primi interventi umanitari, a seguito dell'aggressione russa del 2022, Ilhor ha conosciuto Camagna ed è arrivato in Italia dove ha studiato italiano nel Cpia L'Aquila. Lo scorso anno, dopo il terremoto in Siria e in Turchia il giovane è stato parte attiva di una missione nell'area di Kayseri, in Anatolia centrale, dove ha seguito da vicino gli sviluppi di una situazione delicata. Quello che in questi giorni il giovane sta vivendo nell'area di Valencia, però, non è da meno: "Molta gente ha perso tutto - spiega - l'acqua è contaminata in tante parti della città e gli odori sono nauseabondi. Ci sono ancora tante case piene di fango - prosegue - noi cerchiamo di svuotarle e ripulirle, disponendo di diverse attrezzature come le pompe idropulitrici e stiamo facendo questo". Un lavoro portato avanti con un'associazione locale. "Ogni giorno - continua il racconto - distribuiamo cibo agli sfollati attraverso una cucina che riesce a servire fino a 1.100 persone, ma la stanchezza è tanta e molte famiglie sono state segnate da lutti o ingenti danni al raccolto e al bestiame". Su Salvatiperservire.it sono indicate le modalità per sostenere economicamente la missione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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