Italia e Estero

Dai super presidi alle assunzioni: così la Buona Scuola

La riforma della scuola del governo Renzi muove il primo passo con l’approvazione. Tante le novità
APPROVATA "LA BUONA SCUOLA"
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La riforma della scuola del governo Renzi muove il primo passo con l’approvazione (316 voti a favore, 137 contrari ed un astenuto) alla Camera. Il testo passa ora al Senato

Non sono poche le novità messe in campo con l'intento di rilanciare il sistema di istruzione del Paese.
Autonomia scolastica: si concretizza assegnando maggiori strumenti ai presidi per chiedere e gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le scuole avranno un organico potenziato, l'organico dell'autonomia (garantito con un piano straordinario di assunzioni) per coprire le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, potenziare l'offerta formativa, dare una risposta alla dispersione scolastica. Le scuole potranno indicare allo Stato il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i Piani dell'offerta formativa (elaborati dal Collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, e poi approvati dal Consiglio d'Istituto) che diventano triennali.

Arrivano i superpresidi: i dirigenti scolastici avranno la possibilità di mettere in campo la loro squadra individuando, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti che ritengono più adatti per realizzare i Piani dell'offerta formativa. La scelta avviene all'interno di appositi albi territoriali, costituiti dagli Uffici Scolastici Regionali. Gli insegnanti, tutti assunti a tempo indeterminato dallo Stato, vengono chiamati dalle scuole sulla base dell'offerta che vogliono garantire agli studenti. I dirigenti dovranno rendere pubbliche online tutte le informazioni relative agli incarichi conferiti. L'operato dei presidi sarà poi sottoposto al vaglio di un apposito nucleo di valutazione.

Oltre 100mila docenti assunti: in cattedra a settembre 2015, 15.000 sul sostegno. Dopo si torna ad assumere per concorso. Grazie alle assunzioni la scuola avrà l'8% di docenti in più, per una media di 7 per ciascuna istituzione scolastica. 

Più inglese e curriculum flessibile: previsto il potenziamento delle competenze linguistiche: l'italiano per gli
studenti stranieri e l'inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Rafforzato poi l'insegnamento di Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Più spazio all'educazione ai corretti stili di vita e allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti. Alle Superiori il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze dei loro ragazzi. Le competenze maturate dagli studenti, anche in ambito extra scolastico (volontariato, attività sportive, ecc...), saranno inserite in un curriculum digitale che conterrà anche informazioni utili per l'inserimento nel mondo del lavoro.

Alternanza scuola-lavoro: almeno 400 ore nell'ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. A disposizione uno stanziamento di 100 milioni all'anno. Si farà in azienda, ma anche in enti pubblici, musei e pure all'estero. Altri 90 milioni vengono stanziati per la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla dispersione. Sul digitale e l'innovazione l'investimento diventa permanente: dopo i primi 90 milioni ce ne saranno altri 30 all'anno per sempre a partire dal 2016.

Una card per aggiornamento professionale: un voucher di 500 euro potrà essere utilizzato per l'aggiornamento professionale attraverso l'acquisto di libri, iscrizione a corsi, ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e viene previsto per la prima volta uno stanziamento strutturale: 40 milioni di euro all'anno dal 2016.

Fondo ad hoc per valorizzare i docenti: viene istituito un fondo da 200 milioni all'anno per la valorizzazione del merito del personale docente. La distribuzione alle scuole terrà conto dei territori con maggiori criticità educative. Ogni anno il dirigente scolastico assegnerà i fondi ai docenti tenendo conto dei criteri stabiliti da un apposito nucleo di valutazione interno alla scuola (al quale partecipano anche genitori e studenti).
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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