Da piazza Loggia a piazzale Arnaldo: un monumento per le 137 vittime delle stragi nere
Un monumento per ricordare le 137 vittime di otto stragi neo fasciste che hanno segnato la storia italiana, tra cui due bresciane: da quella di piazza Fontana del 12 dicembre del 1969 fino a quella successive alla stazione di Bologna, in piazza della Loggia - di cui il 28 maggio ricorrerà 49esimo anniversario - e quella di piazzale Arnaldo del 16 dicembre 1976.
Si intitolerà «Non dimenticarmi» e sorgerà in piazza Fontana a Milano. A promuoverlo è il comitato omonimo «Non dimenticarmi» che sta portando avanti una raccolta fondi per permettere a tutti i cittadini che lo desiderano di contribuire alla realizzazione di quello che sarà una sorta di mausoleo in città delle vittime del terrorismo nero. L'obiettivo è raccogliere 90mila euro: l'opera potrebbe essere inaugurata il prossimo 12 dicembre in contemporanea con le celebrazioni della strage di piazza Fontana.
Il monumento, ideato dall'artista Ferruccio Ascari, è composto da 137 steli in ferro che sorreggono delle campanelle che suoneranno in memoria delle vittime delle stragi. La 137esima vittima è Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico morto caduto da una finestra della questura di Milano e che in un primo tempo era stato sospettato ingiustamente della strage. Le vittime commemorate sono quelle di piazza Fontana, di Gioia Tauro, di Peteano, della questura di Milano, di piazza della Loggia a Brescia, del treno Italicus, della stazione di Bologna e di piazzale Arnaldo a Brescia.
«È un' opera che vuole essere un monito non solo a memoria ma che guarda e che parla alle generazioni future - ha commentato l'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi -. Un monito che parlerà a tutti». «Sono tutte stragi di matrice neo fascista - ha commentato il presidente del Comitato Non Dimenticarmi, Carlo Tombola -, che però è stata subito negata e lo è ancora oggi perché questa memoria non è condivisa».
Il monumento troverà posto in piazza Fontana nel giardino davanti alla caserma della Polizia locale, dove si trovano anche le due lapidi in memoria di Pinelli. «Siamo onorate che abbiamo inserito nostro padre in questo monumento - hanno commentato le figlie Claudia e Silvia Pinelli -, non era un atto scontato e per noi è un riconoscimento importante che va a riaffermare la verità. Sono 52 anni che stiamo aspettando che qualcuno racconti cosa è successo quella notte in questura e di sapere com'è morto nostro padre mentre era nelle mani dello Stato».
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