Italia e Estero

Cri, a Ginevra consegnata a Massimo Barra medaglia Henry Dunant

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ROMA, 28 OTT - Massimo Barra, medico fondatore di Villa Maraini a Roma ha ricevuto la medaglia Henry Dunant, assegnata ogni due anni a persone che si sono distinte per il loro impegno personale nel settore umanitario e per atti di eccezionale valore al servizio del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. La consegna è avvenuta ieri, a Ginevra, in una cerimonia organizzata nell'ambito della Conferenza Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. La candidatura di Barra a questo importante riconoscimento era stata presentata da Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana. "L'impegno di Massimo Barra - ha detto Valastro - per garantire l'accesso alle cure di quanti vivono in condizione di marginalità sociale, la sua politica umanitaria sulla droga, incentrata sul rispetto delle fragilità, il prodigarsi a favore di quanti sono spesso privi di accesso alle necessarie cure. In tempi tanto difficili, nei quali i conflitti in corso sembrano mettere in discussione i diritti e la dignità umani, nei quali la popolazione civile, gli operatori umanitari, le strutture sanitarie e le ambulanze sono bersagli di odio e violenza, in contesti in cui vengono impediti l'accesso agli aiuti e l'assistenza a chi soffre, la consegna della medaglia Henry Dunant ci ricorda i valori e i princìpi per i quali tutti noi e tutte le volontarie e i volontari della Croce Rossa abbiamo a cuore il nostro Movimento: essere ovunque per chiunque, senza alcuna distinzione, sempre al fianco delle persone vulnerabili". Massimo Barra durante il suo discorso ha ringraziato il Movimento Internazionale per la medaglia e aggiunto: "La mia gioia è però offuscata dai tempi cupi che stiamo vivendo. Assistiamo sgomenti al disprezzo per il diritto Internazionale umanitario. Se restiamo in silenzio rischiamo di diventare complici. La Conferenza Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa è la migliore occasione per ricordare a tutti che - ha concluso neutralità non significa impotenza e che l'imparzialità contiene in sé il concetto di proporzionalità, che non può essere dimenticato e impunemente violato".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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