Covid, verso le riaperture del 26 aprile con l'incognita del pass
Conto alla rovescia verso le riaperture del 26 aprile annunciate dal premier Mario Draghi, con l'incognita del pass per gli spostamenti tra regioni e l'accesso ad eventi. Sul tema lunedì si confronterà il Cts; tra le ipotesi in campo c'è quella di un'app con un codice Qr sul modello di quella israeliana e quella cui sta lavorando anche l'Unione Europea, ma ci vorrà del tempo per attivarla; dal 26 potrebbe così bastare una certificazione che dimostri una delle 3 condizioni richieste: vaccinazione, test negativo, guarigione. Sarà il Consiglio dei ministri tra martedì e mercoledì prossimo a varare un decreto con le nuove regole ed il ritorno delle zone gialle.
Non si arrestano le polemiche, con Matteo Salvini che chiede di anticipare le riaperture al chiuso e cancellare il coprifuoco delle 22 e Giorgia Meloni che parla di «passi indietro», mentre a piazza del Popolo a Roma mille lavoratori dello spettacolo sono stati protagonisti di un flashmob con i bauli ed a Cagliari sono scese in piazza 500 persone al grido «siamo stanchi di non lavorare».
Il pass - è l'indicazione di Palazzo Chigi - servirà a spostarsi tra regioni di colore diverso e ad andare allo stadio, a concerti o altri eventi. Sulle esatte condizioni da rispettare (vaccinazione, guarigione, tampone negativo, ad esempio 48 ore prima prima dello spostamento) si pronuncerà il Cts cui il Governo ha chiesto un parere. Si passerà poi alla realizzazione tecnica, che non si annuncia breve, ma l'intenzione è di procedere in linea con l'app europea che dovrebbe diventare pienamente operativa a luglio. Il pass italiano dovrà essere interoperabile con quello Ue.
Potrebbe trattarsi di un codice Qr da esibire sul cellulare o da stampare. Dovrà essere superato il vaglio del Garante della Privacy. Rispetto al precedente dell'app Immuni, che non è decollata, a favorire la diffusione della certificazione tra gli italiani sarà l'interesse ad averla per poter viaggiare o assistere agli eventi. Ma c'è già chi protesta, anche nella stessa maggioranza. «Non scherziamo! Bene l'inversione di rotta con le riaperture dal 26 aprile. Ma la contropartita - sostiene il leghista Armando Siri - non può essere l'introduzione di un pass sanitario». Il radicale Maurizio Bolognetti annuncia la «disobbedienza civile» contro quella che definisce «una patente discriminazione». Il via libera a tutta una serie di attività all'aperto dal 26 definito da Draghi «un rischio ragionato» dovrà avvenire con rispetto scrupoloso delle prescrizioni su distanze, spazi, dispositivi. Un'indicazione che il Viminale tradurrà ai prefetti con una nuova circolare da trasmettere alle forze dell'ordine che faranno i controlli.
A marzo sono state controllate 3 milioni 170 mila persone: 50mila sono state sanzionate, un tasso di trasgressione basso, dunque, all'1,6%. Il decreto che il Governo si prepara a licenziare fisserà i termini delle riaperture: dal 26 aprile in zona gialla sarà possibile mangiare solo nei locali che hanno tavoli all'aperto e dal primo giugno anche in quelli al chiuso, ma solo a pranzo. Nella stessa data via libera sempre all'aperto a teatri, cinema e spettacoli mentre i musei saranno accessibili anche al chiuso così come piscine e palestre. «Credo - ha detto la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini - che ci aspetti un'estate da trascorrere in tranquillità e dunque possiamo prenotare le vacanze, ce lo auguriamo tutti, rigorosamente in Italia per aiutare la nostra economia, ma non è un liberi tutti, bisogna mettere in campo tutte le cautele».
Gli «aperturisti» nella maggioranza spingono per un'ulteriore accelerazione. In prima fila Salvini: «prossimi obiettivi: anticipare riaperture al chiuso e cancellare il coprifuoco delle 22. Avanti, non si molla», dice il leader della Lega. Mentre Daniela Sbrollini (Italia Viva) invita l'esecutivo a riaprire piscine e palestre al coperto già dai primi di maggio. Ed il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, chiede i ristoranti aperti anche al chiuso in zona gialla. Sempre all'attacco FdI. «Continuare con il coprifuoco è uno sfregio alla libertà individuale», secondo Giorgia Meloni, critica anche sulle riaperture dei ristoranti solo al chiuso: «una follia totale, altro che cambio di passo. Invita invece alla cautela il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: «dobbiamo fare molta attenzione, se apriamo in maniera scriteriata tra 15 giorni chiudiamo tutta Italia». Aspettando il 26, è folla nelle strade, dal lungomare di Ostia alle vie dei centri storici di Roma a Torino, dove nel primo sabato arancione la gente si è messa in fila fuori dai negozi. Qualche centinaio di persone, per la maggior parte senza mascherina, si sono radunate nel pomeriggio in piazza Duomo a Milano per una manifestazione No Vax.
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