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Covid, riaperture: ecco cosa contiene la bozza della proposta

Le regioni varano il disciplinare per bar, ristoranti, palestre, teatri, cinema, piscine, ma sarà il Governo a decidere se e quando
RIAPERTURE, LA BOZZA
AA

Gli enti locali spingono per riaprire entro 2 mesi. Le linee guida saranno discusse nella Conferenza delle regioni e con il Governo.

Ecco cosa contiene la bozza: 

TERME
Nell'ultimo aggiornamento della bozza con le linee guida per le riaperture stilate dalle Regioni che saranno sottoposte al governo sono state inserite anche le misure per le terme. 
«Le presenti indicazioni - si legge nel documento - si applicano alle strutture termali e ai centri benessere, anche inseriti all'interno di strutture ricettive, e alle diverse attività praticabili in tali strutture (collettive e individuali)».
 

SPORT
Le misure per la riapertura delle palestre riguardano anche le attività fisiche con modalità a corsi senza contatto fisico interpersonale

In piscina solo con almeno 7 metri quadrati d'acqua a disposizione per nuotatore. È quanto indicano le linee guida stilate dalle Regioni in vista delle riaperture che, nelle prossime ore, saranno sottoposte al vaglio del governo. Nel «capitolo» dedicato alle piscine è scritto infatti che «la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona. Per le aree solarium e verdi assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 m2 per ogni ombrellone; tra le attrezzature (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 m. Il gestore pertanto è tenuto, in ragione delle aree a disposizione, a calcolare e a gestire le entrate dei frequentatori nell'impianto in base agli indici sopra riportati». Vi sono poi tutta una serie di regole per garantire riaperture in sicurezza delle piscine, tra queste la raccomandazione a «privilegiare l'accesso agli impianti tramite prenotazione e mantenere l'elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni; Organizzare gli spazi e le attività nelle aree spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 2 metri (ad esempio prevedere postazioni d'uso alternate o separate da apposite barriere); tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora depositati negli appositi armadietti; si raccomanda di non consentire l'uso promiscuo degli armadietti e di mettere a disposizione sacchetti per riporre i propri effetti personali». 
Le palestre possono restare aperte «anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio» purché rispettino regole, distanziamento e integrino le norme «con strategie di screening periodico del personale non vaccinato». È quanto sostengono le Regioni, nelle linee guida sulle riaperture che oggi sottoporranno al governo. Nel documento tra le altre cose si prevede per le palestre di «redigere un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione) e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni; mantenere l'elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l'accesso in caso di temperatura superiore a 37,5 °C». 
«Organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 2 metri (ad esempio prevedere postazioni d'uso alternate o separate da apposite barriere), anche regolamentando l'accesso agli stessi. Regolamentare i flussi, gli spazi di attesa, l'accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza: o almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica, o almeno 2 metri durante l'attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa)».

CINEMA E TEATRI
Sparisce nella nuova bozza delle Regioni, aggiornata questa mattina, l'obbligo di tampone («evidenza di un test negativo nelle ultime 48 ore»), o di completamento del ciclo vaccinale per poter accedere a cinema, teatri, arene e spettacoli. La misura era prevista nella prima bozza messa nero su bianco dal gruppo tecnico ristretto e aveva sollevato le critiche degli addetti ai lavori, ma nell'aggiornamento del documento di questa mattina -prima dell'incontro con il governo in cui verranno presentate le linee guida - l'obbligo è venuto meno. Sostituito con una dicitura più blanda e riportata in tutti i «capitoli» di cui si compone il documento -ristorazione, palestre e piscine, strutture termali, cinema e spettacoli dal vivo- ovvero la possibilità di mantenere aperte le attività anche in «scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening/testing».
Per quanto riguarda i posti a sedere (comprese, se consentite, postazioni prive di una seduta fisica vera e propria) dovranno prevedere un distanziamento minimo, tra uno spettatore e l'altro, sia frontalmente che lateralmente, di «almeno un metro» e di «almeno due metri se si consente di stare seduti senza mascherina». Questa misura non vale, si sottolinea nel documento, «per i nuclei familiari, i conviventi e le persone che in base alle disposizioni vigenti non sono soggette al distanziamento interpersonale (detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale)». 

VACCINATI
Rispettare le misure anche se vaccinati. È quanto viene precisato nell'ultimo aggiornamento della bozza contenente le linee guida con le riaperture stilate dalle Regioni che oggi saranno sottoposte al governo. «Nella fase attuale nelle quale la campagna vaccinale è in corso e non risulta ancora raggiunta una copertura adeguata della popolazione, in considerazione delle indicazioni scientifiche internazionali che non escludono la possibilità» che chi è vaccinato possa contagiarsi, «pur senza sviluppare la malattia, e diffondere il contagio, si ritiene che allo stato attuale il possesso e la presentazione di certificazioni vaccinali non sostituisca il rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio quali ad esempio il distanziamento interpersonale, l'utilizzo della mascherina, l'igienizzazione della mani e delle superfici».


RISTORANTi
Sì ai ristoranti aperti anche alla sera, attenendosi alle regole. Tra quelle stilate dalle Regioni, che oggi le sottoporranno al governo in vista delle riaperture, ci sono anche le distanze tra clienti per tornare nei bistrot, nelle osterie e in trattoria. Occorre privilegiare le prenotazioni, raccomandano le Regioni nelle linee guida, e «disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all'aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors)».
«La modalità self-service può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose».
È una delle raccomandazioni contenute nella bozza con linee guida per le riaperture stilate dalle Regioni che oggi sarà sottoposta al governo. «In particolare, la distribuzione degli alimenti dovrà avvenire con modalità organizzative che evitino la formazione di assembramenti anche attraverso una riorganizzazione degli spazi in relazione alla dimensione dei locali - si sottolinea nella bozza - dovranno essere altresì valutate idonee misure, come segnaletica a terra, barriere, per garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro durante la fila per l'accesso al buffet». 
Riguardano sia il pranzo sia la cena le linee guida stilate dalle Regioni con le raccomandazioni per la riapertura in sicurezza dei ristoranti.
«Le misure - si legge nella bozza - se rispettate, possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo, che della cena». Inoltre, si sottolinea nel documento, le misure «possono consentire il mantenimento del servizio anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening periodico del personale non vaccinato». Le linee guida, si precisa nella bozza, si applicano per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande come «ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie", anche se collocati nell'ambito delle attività ricettive, all'interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali e per "l'attività di catering».
Privilegiare la «prenotazione» e usare la mascherina se ci si alza. È una delle raccomandazioni contenute nella bozza con le linee guida stilate dalle Regioni per le riaperture dei ristoranti. «Privilegiare l'accesso tramite prenotazione e mantenere l'elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni - si legge nella bozza - In queste attività non possono essere continuativamente presenti all'interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere». Inoltre si sottolinea che i «clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo».
 

BAR
Si torna a giocare a carte nei bar e a sfogliare i giornali seduti ai tavolini. Questo almeno stando a quanto previsto dalle linee guida stilate dalle Regioni. «È consentita la messa a disposizione, possibilmente in più copie, di riviste, quotidiani e materiale informativo a favore dell'utenza per un uso comune, da consultare previa igienizzazione delle mani», si legge infatti nella bozza. «Sono consentite le attività ludiche che prevedono l'utilizzo di materiali di cui non sia possibile garantire una puntuale e accurata disinfezione (quali ad esempio carte da gioco), purché siano rigorosamente rispettate le seguenti indicazioni: obbligo di utilizzo di mascherina; igienizzazione frequente delle mani e della superficie di gioco; rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro sia tra giocatori dello stesso tavolo sia tra tavoli adiacenti. Nel caso di utilizzo di carte da gioco è consigliata inoltre una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi». 
«Per la consumazione al banco assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 2 metri tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale». 
«Laddove possibile - raccomandano le Regioni nel "capitolo" dedicato alla ristorazione - privilegiare l'utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici, dehors), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro». 
«Dopo le 14 consentire solamente la consumazione al tavolo» nei bar. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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