Covid, quarta dose di vaccino: perché farla e come prenotare
La quarta dose di vaccino anti Covid-19 non è mai decollata. Nemmeno tra gli ultrassessantenni: la percentuale di vaccinati è alta tra gli ospiti delle Rsa, ma nel resto della popolazione anziana, è ferma a uno su quattro, anche se si registra una flebile ripresa nelle ultime settimane. La quarta dose può essere fatta da tutti i cittadini dai 12 anni in su purché siano trascorsi 120 giorni dall'ultima dose o dal tampone negativo dopo la malattia.
È particolarmente consigliata dalle autorità sanitarie ad anziani e fragili, personale sanitario, ospiti delle Rsa e donne in gravidanza. La si può fare negli hub vaccinali rimasti aperti (l’elenco su www.ats-brescia.it) nelle farmacie o dai medici di famiglia aderenti. Si prenota online su: prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it, o al numero 800 894545. Non servono prescrizioni: la vaccinazione è gratuita, basta avere con sè un documento e la tessera sanitaria.
Come funziona
Il prodotto utilizzato corrisponde a metà dose di quello inoculato in precedenza ed è un vaccino bivalente adattato alla variante Omicron, ad oggi in circolazione al 100% nel mondo (la conferma anche dal sequenziamento dei tamponi effettuati sui passeggeri in arrivo dalla Cina). Il richiamo serve ad aumentare gli anticorpi, prima barriera di ingresso del virus nel nostro organismo. Essi non impediscono il contagio, ma rispondono alla diffusione del virus facendoci eventualmente ammalare in mondo meno grave se contagiati. Gli anticorpi, però, diminuiscono in modo abbastanza rapido, a partire da quattro-cinque mesi dal vaccino, anche se il nostro organismo può contare sulla memoria immunitaria che evita la malattia grave. Nel caso del Covid, gli scienziati non sanno ancora con certezza quanto duri la memoria, anche se ritengono possa rimanere, nel caso del SarsCov2, per due-tre anni.
In una recente circolare, il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione anti-Covid nella stagione invernale 2022-2023 con l’obiettivo di «continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave a dall’ospedalizzazione». Ancora: «Si raccomandano quarte dosi alle categorie a rischio e un ulteriore di richiamo a ultraottantenni, ospiti in Rsa e a fragili ultrasessantenni».
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