Italia e Estero

Covid, Oms: «Meno di due anni per sconfiggere la pandemia»

Il virus si muove velocemente perché sono aumentate le connessioni, ma allo stesso tempo, rispetto alla spagnola del 1918, c'è più tecnologia
La misurazione della temperatura - Foto © www.giornaledibrescia.it
La misurazione della temperatura - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Meno di due anni per sconfiggere la pandemia. È l'auspicio, più che una previsione, dell'Organizzazione mondiale della Sanità quando il coronavirus, a 8 mesi dalla sua comparsa in Cina, ha già causato quasi 800 mila morti e oltre 22 milioni di contagi in tutto il mondo.

Nel suo consueto briefing da Ginevra, il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ricordato che la precedente pandemia, l'influenza spagnola del 1918, durò - appunto - due anni. «Oggi il virus si muove più velocemente perché sono aumentate le connessioni - ha spiegato -, ma allo stesso tempo abbiamo più tecnologia e conoscenze per fermarlo».

Intanto gli Stati Uniti (oltre 5,6 milioni di contagi), il Brasile (3,5 milioni) e l'India (quasi 3 milioni) restano i Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19, mentre in Europa destano preoccupazione i dati giornalieri che arrivano dalla Francia. Dopo il picco di giovedì, ieri Parigi ha registrato oggi altri 4.586 contagi e 23 morti: numeri che non si vedevano dai tempi del lockdown. Stessa cosa in Spagna, che da giorni oscilla attorno ai 3.500 nuovi casi quotidiani: l'ultimo dato parla di 3.650 contagi in 24 ore e 25 nuovi decessi nel Paese, importante meta turistica dichiarata ormai zona rossa da gran parte dei partner europei. Senza imporre nuovi lockdown, la comunità di Madrid è tornata tuttavia a invitare la popolazione a restare a casa nelle zone con il maggior numero di contagi. E mentre il mondo si prepara a riaprire le scuole tra le incertezze e le paure di ragazzi, docenti e genitori, l'Oms raccomanda - nelle nuove linee guida stilate con l'Unicef - che i bambini sopra i 12 anni indossino le mascherine proprio come gli adulti, cioè «quando non possono garantire una distanza di almeno un metro dagli altri e dove c'è una trasmissione diffusa».

L'agenzia dell'Onu ha infine duramente condannato i casi di corruzione verificatisi attorno ai materiali di protezione dal virus: è «omicidio», ha stigmatizzato Tedros Ghebreyesus. «Se gli operatori sanitari si trovano a lavorare senza l'equipaggiamento di protezione personale, rischiano la loro vita e mettono a rischio anche la vita delle persone che assistono», ha detto. «È un crimine ed è omicidio. E deve cessare». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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