Covid, l'Italia resta chiusa: niente zone gialle fino a maggio
L'Italia resta chiusa fino a maggio e da lunedì più di metà del Paese sarà in zona rossa, con Calabria, Toscana e Valle d'Aosta che si vanno ad aggiungere alle 7 regioni e alla provincia autonoma di Trento in cui sono già in vigore le restrizioni più dure, mentre il Lazio torna in arancione. Con ancora 24mila casi e 450 morti in un giorno, il governo conferma la linea del massimo rigore contro il coronavirus anche dopo Pasqua decidendo però di investire il «tesoretto» garantito dai primi segnali di inversione della curva sulla scuola: si tornerà in presenza fino alla prima media nelle zone rosse, mentre in quelle arancioni saranno in classe tutti gli studenti fino alla terza media e al 50% quelli delle superiori.
Fino al 30 aprile, dunque, niente spostamenti tra le regioni, saracinesche ancora abbassate per bar e ristoranti, riapertura di palestre, piscine, cinema e teatri a data da destinarsi, zona gialla cancellata fino alla fine del mese. «Le misure adottate finora ci hanno dato un primissimo segnale di rallentamento, ma la situazione è ancora delicata», dice il ministro della Salute Roberto Speranza. La scelta di prolungare la stretta ancora per un altro mese è stata condivisa nella cabina di regia, ma ha provocato comunque tensioni nella maggioranza.
Al momento infatti la situazione epidemiologica è quella che hanno illustrato ai ministri il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli e il presidentedell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro. La curva rallenta, l'indice Rt scende da 1,16 a 1,08, si cominciano a vedere i primi segnali di stabilizzazione e un leggero decremento dei casi e dell'incidenza. Un calo che però «non consente di ridurre le attuali misure» e che, anzi, richiede ancora una «drastica riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità» per potersi consolidare. La mappa dell'Italia, con 5 regioni a rischio alto e 13 con l'Rt sopra l'1, resta dunque rosso-arancione: Calabria, Toscana e Valle D'Aosta vanno ad aggiungersi nella fascia con le restrizioni massime dove già si trovano Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Veneto, la province di Trento e la Puglia. Regione, quest'ultima, dove il presidente Michele Emiliano ha firmato un'ordinanza che introduce ulteriori restrizioni: niente spostamenti nelle seconde case, negozi chiusi alle 18, aumento dello smart working per i dipendenti pubblici.
Passa invece in arancione da martedì il Lazio, che ha un Rt a 0,97: sono così 8 le regioni in questa fascia, oltre alla provincia di Bolzano, anche se in molte ci sono interi comuni in zona rossa. In Sicilia, ad esempio, il presidente Nello Musumeci ha firmato l'ordinanza per tre comuni dell'agrigentino - Comitini, Racalmuto e Siculiana - e Centirupe nell'ennese, che si vanno ad aggiungere a Caltavuturo e San Mauro Castelverde. In Sardegna sono invece 7, con Pozzomaggiore in provincia di Sassari che si aggiunge a Golfo Aranci, Uri, Bono, Sindia, Samugheo e Sarroch. Annunciando la proroga delle restrizioni, Draghi fa però capire che forse la fine del tunnel si comincia a vedere. Lo fa rispondendo a chi gli chiede se consiglierebbe agli italiani, come ha fatto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, di prenotare le vacanze estive. «Sono d'accordo con lui, se potessi andare in vacanza ci andrei volentieri».
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