Italia e Estero

Covid: l'Europa stringe sulla movida

Dalla Francia all'Olanda, dalla Gran Bretagna alla Spagna si limitano bar, ristoranti e pub per evitare i lockdown totali
Chiusura anticipata per i pub del Regno Unito come misura anti-covid - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Chiusura anticipata per i pub del Regno Unito come misura anti-covid - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Sacrificare la socialità per tutelare la salute pubblica. Dal coprifuoco in Francia alla chiusura dei ristoranti in Olanda e dei pub nel Regno Unito, l'Europa affronta la sfida del Covid-19 puntando soprattutto sulla stretta alla vita notturna, ma non solo. Tutti i paesi restringono lo spazio dello stare insieme, limitando le attività culturali e sportive o chiudendo le palestre. Per i governi è una scelta sofferta, perché avrà un impatto negativo sull'economia. Non fare nulla, tuttavia, potrebbe portare al ripristino dei lockdown nazionali. Mentre l'Italia si prepara agli orari ridotti dei ristoranti, con una limitazione localizzata della movida, in Francia è già cambiato lo scenario urbano, strade deserte dalle 21 alle 6 del mattino. Il coprifuoco notturno, che significa rinunciare ad una cena fuori o a una bevuta con un amico, durerà almeno un mese. Oltre 30mila contagi al giorno non consentono misure meno limitate.

Tra i paesi che hanno avviato misure più dure per fermare la movida c'è l'Olanda. Il premier Mark Rutte ha parlato di «lockdown parziale» quando ha annunciato la chiusura di tutti i bar, ristoranti e caffetterie del paese. Un giro di vite in controtendenza con l'approccio più morbido adottato dal governo durante la prima ondata, che ora il paese sta pagando con una crescita impetuosa dei contagi. Sulla stessa linea il confinante Belgio, che ha chiuso caffè e ristoranti per 4 settimane e imposto il coprifuoco dalla mezzanotte alle 5 del mattino. Neanche la capitale mondiale della movida, Barcellona, è immune dal giro di vite sui locali. Il provvedimento riguarda tutta la Catalogna, mentre la regione di Madrid è praticamente sigillata perché è l'epicentro dell'epidemia in Spagna.

Nel Regno Unito, che ha registrato 17mila nuovi contagi, non passa giorno che un consulente scientifico del governo non suggerisca il ripristino di un lockdown nazionale. Nel frattempo, molti britannici hanno rinunciato alla liturgia della pinta di birra alla fine della giornata.

L'Irlanda del Nord ha chiuso pub e ristoranti per un mese e ha prolungato le vacanze scolastiche. A Londra ed i molte altre città inglesi sono vietati gli incontri al chiuso tra membri di diverse famiglie. La vita sociale è scoraggiata ovunque.

In Portogallo gli incontri saranno limitati a cinque persone e saranno vietate le feste universitarie. La Polonia sta istituendo zone rosse in cui chiuderanno le palestre. In Germania è intervenuta Angela Merkel per pregare i cittadini di restare a casa. In tutto il paese vige il coprifuoco notturno dalle 23, ma a Berlino i ristoratori l'hanno avuta vinta in tribunale. La stretta alla vita notturna ha provocato non poche resistenze nei territori, a dimostrazione di quanto sia complicato per le autorità nazionali adottare una linea che tuteli salute e tessuto produttivo allo stesso modo. Le proteste contro le restrizioni, in certi casi, hanno costituito anche un problema di ordine pubblico. Ad esempio nella Repubblica Ceca, dove migliaia di persone sono scese in piazza contro le misure draconiane anti-Covid (chiusura di scuole, campus, bar e locali per 3 settimane). A Praga la polizia è dovuta intervenire con i cannoni ad acqua. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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