Italia e Estero

Covid: in Italia oltre 23mila casi, a Pasqua picco dei decessi

Diminuiscono molto lentamente i nuovi casi di infezione da virus SarsCoV2 in Italia. Sullo sfondo resta sempre l'incognita delle varianti
Milano, primo aprile 2021 - Foto © www.giornaledibrescia.it
Milano, primo aprile 2021 - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Diminuiscono molto lentamente i nuovi casi di infezione da virus SarsCoV2 in Italia, mentre i decessi aumentano ancora, anche se le analisi degli esperti indicano che il picco è ormai molto vicino e potrebbe essere raggiunto nel fine settimana di Pasqua.

È una prospettiva positiva in una situazione ancora complessa, dove i numeri dei casi sono ancora decisamente alti e i ricoveri hanno ormai superano la soglia di allerta relativa alla capacità degli ospedali. Sullo sfondo, poi, resta sempre l'incognita delle varianti e del ruolo che potrebbero avere in una ulteriore ripresa nella circolazione del virus.

I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi positivi sono stati 23.649, in leggera flessione rispetto ai 23.904 del giorno precedente. Sono stati individuati grazie a 356.085 test, fra molecolari e antigenici rapidi; di conseguenza anche il tasso di positività risulta del 6,6%, in calo dello 0,2% rispetto l 6,8% del giorno precedente.

Fra le regioni a registrare l'incremento maggiore in 24 ore è stata la Lombardia, con 4.483 nuovi casi, seguita da Piemonte (2.584), Puglia (2.369), Campania (2.258), Lazio (1.838), Veneto (1.633), Toscana (1.631) e Sicilia (1.282). Sale ancora il numero dei decessi, con 501 contro i 467 di 24 ore prima. «Verso la fine di questa settimana è previsto il picco della curva dell'incidenza media dei decessi in Italia», osserva il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo Mauro Picone del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).

Per il fisico Enzo Marinari bisogna sempre considerare «l'intervallo di 15-20 giorni che di solito separa la data della comparsa dei sintomi e quella dei decessi: una sorta di ritardo naturale. Sul fronte dei ricoveri, quelli nelle terapie intensive registrano un lieve calo per il terzo giorno consecutivo e hanno raggiunto il totale di 3.681, 29 meno in 24 ore nel saldo giornaliero tra entrate e uscite e 244 nuovi ingressi contro i 283 del giorno precedente. I ricoverati con sintomi sono complessivamente 28.949. Sono numeri che stanno mettendo a dura prova gli ospedali, come osserva la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio relativo alla settimana dal 24 al 30 marzo.

«Le soglie di allerta di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid in area medica (oltre il 40%) e in terapia intensiva (oltre 30%) sono superate a livello nazionale, attestandosi rispettivamente al 44% e al 41%», rileva Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe. Sono dieci, infine, le regioni che hanno superato il valore soglia per l'area medica e 13 quelle che l'hanno superato per le terapie intensiva. In particolare, i ricoveri per Covid nelle unità di terapia intensiva superano il 40% in Puglia, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Toscana, Molise e Lazio; superano il 50% in Piemonte, nella provincia autonoma di Trento e in Emilia-Romagna; registrano valori superiori al 60% in Lombardia e nelle Marche.

Sulla stessa linea i risultati dell'analisi dell'Instant Report Covid-19 dell'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica (Altems), secondo i quali il tasso di saturazione delle terapie intensive entro la data del 29 marzo è stato raggiunto e superato da nove regioni: Abruzzo, Lazio, Umbria, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Marche. 

 

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