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Covid, Gimbe: «Il contagio frena ma crescono del 10% i decessi»

«Il calo dei nuovi positivi è da attribuibile all'effetto delle misure e alla riduzione di quasi 106mila casi testati»
Donne con mascherina indossata correttamente e non - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Donne con mascherina indossata correttamente e non - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Nella settimana dal 25 novembre al primo dicembre diminuiscono, rispetto alla precedente, i nuovi casi di positività al Sars-Cov-2 (165.879 rispetto a 216.950), e c'è una riduzione del rapporto positivi rispetto ai casi testati (24,7% rispetto 27,9%). Calano del 2,3% i casi attualmente positivi e, sul fronte degli ospedali, diminuiscono sia i ricoveri con sintomi che le terapie intensive ma sono ancora in aumento i decessi: sono stati 5.055 rispetto ai 4.842 della settimana precedente, con un aumento del 9,9%. È quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.

«Si conferma - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - la riduzione dell'incremento percentuale dei casi totali (11,4% rispetto al 17,5%) a fronte di una sensibile riduzione dei casi testati (-13,6%). Se il calo dei nuovi positivi da un lato è dunque attribuibile all'effetto delle misure introdotte, dall'altro risente dell'inspiegabile riduzione di quasi 106 mila casi testati».

L'entità del miglioramento di alcuni parametri, spiega Cartabellotta, «è sovrastimata sia da ritardi di notifica e completezza dei dati comunicati dalle Regioni» così come da una «diminuzione dei casi testati e dalla limitata esecuzione del tampone tra i contatti di positivi». La Fondazione Gimbe, inoltre, ha valutato l'impatto delle misure introdotte dal Dpcm del 3 novembre con il sistema a colori, esaminando il trend di alcuni indicatori nel periodo dal 6 novembre (data d'introduzione delle misure) al 28 novembre (ultimo giorno prima degli allentamenti in alcune Regioni). «La nostra analisi - sottolinea Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe - conferma che, Rt a parte, non si intravedono risultati tangibili a 3 settimane dall'introduzione delle misure. Inoltre, suggerisce che sbiadire troppo presto il colore delle Regioni rischia di determinare una risalita prima dell'indice Rt, poi della curva epidemica e quindi dei tassi di ospedalizzazione».

La richiesta al Governo è quindi quella di mantenere misure ispirate al rigore in vista del Natale ma anche «rivedere le tempistiche per ridurre l'intensità del colore delle Regioni: i dati confermano infatti che due settimane di osservazione sono insufficienti per valutare un miglioramento tangibile». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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