Corruzione, indagato il sottosegretario Siri
Armando Siri, sottosegretario alle infrastrutture, è finito nel registro degli indagati della Procura di Roma. L'accusa di corruzione ha portato i magistrati della capitale e quelli di Palermo, dove l'inchiesta è nata, a compiere una serie di perquisizioni attualmente in corso.
Stando all'accusa, l'esponente della Lega avrebbe intrattenuto rapporti con un «faccendiere» che avrebbe interessi nel settore energetico, un business su cui da sempre ci sono le mire delle mafie.
Sarebbe stata di 30mila euro la mazzetta intascata dal sottosegretario della Lega Siri per introdurre una norma nel Def che avrebbe favorito alcuni imprenditori nel campo delle energie rinnovabili. L'emendamento però non è mai passato. Siri è indagato per corruzione dai pm romani nell'ambito di una indagine nata a Palermo su un imprenditore dell'eolico, Vito Nicastri, ritenuto vicino a Cosa nostra. A consegnare il denaro a Siri sarebbe stato Paolo Arata, professore universitario, estensore del programma sull'energia della Lega e in affari, per i pm, con Nicastri. Siri, che non sapeva dei rapporti tra Arata e Nicastri, avrebbe ricevuto il denaro a casa del professore che sarebbe stato un suo grande sponsor nella politica. L'emendamento caldeggiato avrebbe dovuto fare retroagire i finanziamenti stanziati per le rinnovabili alla data di costituzione di una delle società di Nicastri che avrebbe potuto così beneficiarne. Parallelamente all'indagine romana la procura di Palermo ha ricostruito un giro di tangenti alla Regione siciliana per favorire Nicastri nell'ottenimento di alcune concessioni.
«Non so niente. Non ho idea, non so di cosa si tratti. Devo prima leggere e capire. Ho letto di nomi che non so». È la prima reazione del sottosegretario Siri alla notizia che è indagato per corruzione dalla procura di Roma nell'ambito di un'inchiesta nata a Palermo. «Sicuramente - ha aggiunto - non c'entro niente con vicende che possano avere risvolti penali. Mi sono sempre comportato nel rispetto delle leggi. Sono tranquillo»
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