Coronavirus: una «sveglia» per rendere l'Africa indipendente?
Non solo morti, strutture sanitarie fatiscenti e tracolli economici: il Coronavirus, per l’Africa, potrebbe funzionare anche da «sveglia» per renderla meno dipendente dalla Cina e altre potenze più o meno emergenti, spingendo il continente a rendersi autonomo sul fronte di alcune produzioni. Come sta già succedendo per ventilatori polmonari, reagenti per test e mascherine.
La tesi è stata sostenuta, portando alcuni esempi, da James Mworia, da oltre un decennio amministratore delegato di Centum Investment Company, la più grande società pubblica di investimento dell’Africa orientale.
In un contributo pubblicato sul sito The Eastafrican, il top manager ha sottolineato come l’improvviso scomparire di navi e aerei cargo cinesi dovuto al Covid-19 ha, ad esempio, contribuito a rivitalizzare l’industria tessile keniana attraverso la riconversione alla produzione di mascherine.
Nigeria, Sudafrica e lo stesso Kenya hanno annunciato innovazioni nella produzione di ventilatori polmonari e creato unità di terapia intensiva «in un modo mai visto prima», nota Mworia sottolineando «svolte» fra l’altro anche da parte dell’università ugandese Makerere nella creazione di apparecchi «low cost» per la respirazione assistita.
L’Istituto di ricerca medica del Kenya ha annunciato l’avvio della produzione di reagenti per test sul Coronavirus, segnala ancora il manager sostenendo che «tutte queste notizie rappresentano una grande dichiarazione di fiducia nella capacità dell’Africa di innovare e allestire industrie che possano aiutare» a ridurre la «dipendenza da importazioni da economie sviluppate ed emergenti».
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