Coronavirus, nell'isolamento c'è Radio Zona Rossa
Parte da una stanzetta di pochi metri quadrati all'interno dell'oratorio di Codogno la resistenza alla paura dell'isolamento dei dieci comuni lodigiani isolati per contenere il coronavirus. E viaggia sulle onde di Radio Zona Rossa, attraverso la voce di tre speaker che raccontano informazioni di servizio e storie, per facilitare la vita dei compaesani confinati nell'area di quarantena, o peggio in casa e in ospedale.
Da quando domenica scorsa le autorità hanno chiuso le strade attorno ai dieci Comuni, si sono aperte queste due finestre di mezz'ora (una alle 11 e una alle 17) nella programmazione di Radio Codogno, emittente parrocchiale nata nel 1983 che grazie al lavoro di volontari va in onda sulla frequenza 100.350 e su Internet.
«La gente è esasperata. Il clima nei nostri paesi è surreale, ma si ha voglia di stare uniti. Noi facciamo un servizio alla cittadinanza, senza raccontare il per sentito dire che genera solo paura, come si è visto con la sindrome dell'accaparramento nei supermercati», spiega al telefono Fabio Bergamaschi, 47 anni di Codogno, che nel resto della giornata lavora in una casa di cura, dopo aver concluso la mezz'ora pomeridiana davanti al microfono.
In mattinata gli ascoltatori di Radio Zona Rossa hanno potuto sapere con qualche ora d'anticipo che lunedì riapriranno le Poste e i bancomat saranno riforniti di denaro, e nel pomeriggio che la Croce Rossa invierà gli infermieri per effettuare iniezioni a domicilio sotto prescrizione medica o distribuire farmaci. Piccole informazioni che danno tranquillità soprattutto ai più anziani.
«La preoccupazione più grossa non è quella di prendere il virus, ma di essere emarginati, di essere visti come lebbrosi», ha detto Gianpaolo Bergamaschi, di Fombio, intervenuto ai microfoni. Domani ci sarà spazio in onda per i volontari della biblioteca che leggeranno storie per i bambini, e domenica sarà trasmessa in diretta la messa dalla chiesa di Codogno, ovviamente senza fedeli. «Speriamo che si possa allentare un poco il rigore», si è augurato il vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, che ha telefonato in diretta nella finestra del mattino per incoraggiare «i malati, i parenti, i sanitari, e chi si occupa della sicurezza».
«Speriamo che questa morsa, che ci preoccupa, sia allentata. Ma - ha notato il vescovo - vediamo anche il positivo, è una situazione che anche ci avvicina e ci educa un pò a guardare in modo diverso la vita».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato