Coronavirus, maggioranza senza numero legale alla Camera
Nell'Aula della Camera è mancato per due volte il numero legale sul voto delle risoluzioni sulle comunicazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito all'emergenza coronavirus. La prima volta l'assemblea non ha raggiunto la quota necessaria, si è appreso, per 15 deputati, mentre nella seconda occasione sono risultati assenti, al fine della validità del voto, 8 deputati. Il voto sulle risoluzioni slitta pertanto alla seduta di domani.
Riferendosi alle assenze registrate tra i banchi della maggioranza a causa del rispetto della quarantena fiduciaria, il deputato Pd Emanuele Fiano ha precisato: «Noi abbiamo impedite per norma a partecipare alla seduta di oggi 21 persone, al gruppo M5s sono 14, più 5 Italia Viva, 1 Leu».
Pronta la replica da parte delle opposizioni. «Collega fiano - ha rimarcato il capogruppo fdi, Francesco Lollobrigida - non mancano quindici persone, ve ne mancano molte di più, il Covid non c'entra niente, la maggioranza su un provvedimento così importante come la proroga dell'emergenza non è in grado di garantire le presenze, oggi è mancata la maggioranza politica in aula».
Alla ripresa della seduta, dopo un'ora di sospensione tra le due votazioni, diversi deputati della maggioranza, come Emanuele Fiano, Davide Crippa, Federico Fornaro e Silvia Fregolent hanno chiesto che i 41 deputati della maggioranza posti in quarantena e a cui quindi è stato impedita la partecipazione alla seduta, fossero considerati «in missione», cioè assenti giustificati, con conseguente abbassamento del quorum che determina il numero legale. Questa misura era infatti stata adottata provvisoriamente a marzo per i deputati che che abitavano nelle zone Rosse. Il vicepresidente Ettore Rosato ha tuttavia sottolineato che la missione va richiesta, cosa che non è stato fatto da parte dei 41 deputati in quarantena. Tra la prima e la seconda seduta alcuni ministri e sottosegretari sono arrivati in aula per votare la risoluzione, ma la loro presenza non è stata sufficiente.
«Alla Camera sinistra e Cinquestelle non riescono a garantire il numero legale nel voto sulla loro risoluzione sulle misure di contenimento del coronavirus, nella quale hanno ingannevolmente inserito anche la proroga dello stato di emergenza. È questa maggioranza in frantumi che dovrebbe gestire l'aumento dei contagi, le risorse del Recovery Fund, la stagione complessa che stiamo affrontando? Le cose andranno sempre peggio, come abbiamo ampiamente previsto da mesi», ha dichiarato la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
Anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, non ha mancato di sottolineare il problema politico legato alla mancanza del numero legale: «Non siamo negazionisti rispetto al Covid, sappiamo che ci troviamo in una stagione difficile, sappiamo che occorrono tutte le cautele del caso per affrontare la pandemia, ma non si può pensare di usare i Dpcm e bypassare il Parlamento, chiedendo allo stesso tempo l'aiuto e la collaborazione dell'opposizione solo per garantire il numero legale. Se vogliamo ristabilire un metodo l'assenza del numero legale dà una grande opportunità, soprattutto alla maggioranza e a Conte: quello di venire in Aula, di darci tutte le informazioni necessarie per convincerci sulla proroga dello stato d'emergenza».
Durante il suo intervento in aula, Speranza aveva spiegato come il governo sia al lavoro «per aumentare i livelli dei controlli perché gli assembramenti sono un rischio reale che non possiamo permetterci». A proposito della riapertura delle scuole, per il ministro «i primi numeri segnalano un impatto basso e buona capacita di tenuta», fermo restando che «la battaglia sanitaria è premessa per la ripartenza del paese».
Speranza ha anche segnalato come il Centro europeo per il controllo delle malattie Ecdc segnali «che l'italia ha 45 infetti ogni 100.000 abitanti su due settimane; la Spagna 319, la Francia 246, l'Olanda 243, il Belgio 220, la Gran Bretagna 163». «Sarebbe sbagliato sulla base di questi numeri immaginare di esserne fuori, di essere fuori pericolo, sarebbe un azzardo e un errore», ha aggiunto, in quanto la crescita dei contagi «è diffusa, generalizzata e tocca tutti i territori. Nessuna realtà è fuori dai rischi che tutto il Paese corre».
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