Italia e Estero

Coronavirus, il contagio e la babele dei numeri

Il numero di tamponi eseguiti è l'indicatore usato per costruire l'andamento del contagio. Ma è parziale, da qui le discrepanze numeriche
Un test -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Un test - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La fine dell'emergenza non è probabilmente imminente, ma si avvicina ogni giorno che passa. Almeno questo è l'auspicio che tutti rinnoviamo giornalmente, assieme alla raccomandazione alla prudenza che ci viene dalle autorità. 

Le stesse che da settimane orientano le valutazioni relative a misure e limitazioni in base all'andamento del contagio, assumendo a indicatore il quadro che viene dai tamponi eseguiti. Un indicatore parziale, visto che come ormai sappiamo bene, il virus si è diffuso ben più ampiamente di quanto per settimane emerso solo attraverso gli accertamenti ospedalieri, e coinvolge nelle case e per le strade migliaia di soggetti asintomatici, contagiosi, ahinoi, ma destinati almeno per ora a sfuggire alle griglie di qualunque inquadramento epidemiologico. Ma forse, ciò nonostante, l'indicatore adottato è l'unico in grado di esprimere un trend della diffusione della malattia su cui basare scelte e cui affidare speranze e decisioni. 

Certo la situazione diventa molto più liquida e a tratti disorientante se i parametri e i criteri impiegati per fotografare la situazione vengono modificati in corsa. 

Finora l’Ats di Brescia aveva tenuto distinti i casi di coronavirus tra la popolazione e quelli nelle case di riposo. In questo modo, era stato spiegato, si possono confrontare dati omogenei e valutare meglio l’andamento del contagio.

Da qui differenze sostanziali tra i numeri forniti dall’Ats (senza Rsa) e quelli della Regione (Rsa comprese: non pochi, circa 1500, vale a dire circa il 60% dei nuovi contagi). Ieri Ats ha però cambiato strategia «visto il rallentamento del contagio».

Niente più report con i dati Comune per Comune (sarà comunque consegnato ai sindaci) ma unica tabella. Includendo anche i casi nelle Rsa. Così il totale dei contagiati passa da 9.697 (dato comunicato venerdì) a 10.836 (dato diffuso ieri). C’è però la distinzione giornaliera: ieri 58 nuovi casi, 24 tra la popolazione, 28 tra gli ospiti delle Rsa e 6 tra gli operatori. Diffuso anche il dato degli isolamenti obbligatori: 2.029. Distinzione e dato di isolamenti che, di contro, non viene ne è mai stata proposta da Ats della Montagna per la parte bresciana di sua competenza (Valcamonica e quota del Sebino).

Certo è che in questa babele di numeri non è facile orientarsi. Basti pensare allo scarto che, su un singolo comune, può derivare se si accostano i dati rielaborati da Regione Lombardia (comprensivi delle Rsa eventualmente presenti in quel paese) e quelli di Ats: valga l'esempio della città dove si passa da 12.540 a 11.201. 

Per chiarezza nei confronti dei lettori, va infine precisato che alcune differenze - nell'ordine non del tutto trascurabile di decine di unità - dei contagi traspaiono, come alcuni di loro hanno probabilmente notato, tra il dato totale che giornalmente viene diffuso da Regione Lombardia e quello fotografato dalle Ats (con i distinguo di cui sopra): in questo caso, la differenza è da imputare a situazioni contingenti di computo e aggiornamento, ma in ogni caso nel complesso i valori risultano giorno su giorno omogenei e costanti e dunque non tali da inficiare la validità del dato ai fini di una lettura, se non scientifica, quantomeno indicativa di una tendenza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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