Coronavirus, gli avvocati: «No alla ripresa dell'attività»
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«Scongiurare qualsiasi ipotesi di ripresa dell'attività giurisdizionale anche in forma ridotta quantomeno alla data del 2 aprile prossimo» per evitare «occasioni di contagio» da coronavirus. È l'appello lanciato questa mattina al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dai presidenti degli ordini degli Avvocati di tutta la Lombardia, distretti di Milano e Brescia. «Aggiungiamo - si legge - la richiesta di una chiara e netta sospensione dei termini di tutti i procedimenti pendenti, non solo di quelli rinviati d'ufficio (...) nonché dei termini di prescrizione e decadenza dei procedimenti da iniziare durante la fase di emergenza Coronavirus».
«La stretta alla mobilità generale - si legge ancora nella lettera-appello - e la constatazione che non tutte le comunicazioni e i documenti possono viaggiare sulla rete telematica (...) impongono una inequivoca sospensione dei termini, ad evitare che ci siano avvocati costretti a "uscire di casa" per incontrare i clienti e poi far pervenire materialmente gli atti alle cancellerie». E infine, i presidenti degli Ordini degli Avvocati lombardi sottolineano: «Il decorso dei termini e i conseguenti adempimenti creano occasioni di contagio, e, di fatto, costringono all'apertura le cancellerie, determinando un surplus di lavoro proprio mentre i ranghi sono ridotti all'osso».
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