Coronavirus e pil: in Grecia il maggior crollo, poi l'Italia
Recessione profonda e irregolare. Asimmetrica, per usare un termine molto in voga in questo periodo. Questa la valutazione della Commissione Europea sulla situazione economica europea. Con il pil in caduta semilibera a causa della pandemia.
Una situazione che avrà conseguenze economiche e sociali gravi. Il rapporto di previsione di primavera è un elenco di cifre nerissime: nonostante la risposta «rapida e complessiva della Ue e dei governi la Ue sperimenterà una recessione di proporzioni storiche quest'anno», indica Bruxelles.
«Lo choc per l'economia è simmetrico in quanto la pandemia ha colpito tutti gli stati membri, ma sia il calo della produzione nel 2020 sia la forza del rimbalzo nel 2021 presentano differenze marcate».
Nel 2020 sarà la Grecia, tra i Paesi Ue, a registrare il maggiore crollo del Pil con una flessione del 9,7% ma l'Italia, con un calo del -9,5%, si piazzerà comunque in seconda posizione.
È quanto indicano le previsioni economiche diffuse dalla Commissione europea. Al terzo posto la Spagna (-9,4%) mentre la Francia registrerà il quinto maggior calo (-8,2%). La Germania dovrebbe invece cavarsela con una flessione del 6,5% classificandosi 18ma nell'Ue dove sarà la Polonia (-4,3%) a subire il danno minore.
Cosicchè, la ripresa economica di ciascuno stato membro «dipenderà non solo dall'evoluzione della pandemia in quel Paese, ma anche dalla struttura delle loro economie e dalla loro capacità di rispondere con politiche di stabilizzazione». Data l'interdipendenza delle economie Ue, le dinamiche della ripresa in ciascuno stato «influenzeranno anche la forza della ripresa degli altri Stati». Ecco la ragione di confezionare risposte a breve e a lunga davvero europee.
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