Italia e Estero

Coronavirus, conforto e sconforto: Germania e Uk agli antipodi

In Francia è allarme sulla portaerei nucleare Charles de Gaulle. La Catalogna vuole «liberare» i bambini
Un frame di William e Kate in collegamento con i figli di dipendenti della Sanità pubblica britannica
Un frame di William e Kate in collegamento con i figli di dipendenti della Sanità pubblica britannica
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Preparandosi allo sbocco nella «fase 2» e monitorando gli sviluppi interni giorno per giorno, i Paesi europei combattono l’emergenza Coronavirus, ciascuno declinando le misure da adottare di fronte alla pandemia secondo le proprie necessità. Ecco cosa sta accadendo in Europa.

IN GERMANIA
La Germania è leader in Europa anche ai tempi del Coronavirus e senza stressare più di tanto le terapie intensive di un sistema sanitario evidentemente ben attrezzato dichiara per prima che l’epidemia è sotto controllo e, forte di un tasso d’infezione sceso allo 0,7 per cento, si prepara alla ripartenza economica.
«Le misure fin qui adottate hanno avuto successo e l’esplosione del contagio è attualmente governabile», ha annunciato il ministro della Salute tedesco Jens Spahn, in conferenza stampa, «confortato» da un tasso di infezione sceso a 0,7 per cento, vale a dire che ogni malato di Covid-19 contagia in media meno di una persona. I decessi sono poco più di 4.100, nulla rispetto ai dati spaventosi di Italia, Spagna, Francia e Regno Unito.

Spahn snocciola i numeri record dei tamponi: 1,7 milioni quelli eseguiti finora, con una media di 350mila a settimana e che possono, al bisogno, arrivare a 700 mila. E se è ancora difficile reperire mascherine, da metà agosto la produzione sarà di 50 milioni a settimana mentre la Sassonia da lunedì sarà il primo Land tedesco a introdurne l’obbligo nei mezzi di trasporto pubblico e nei negozi.

Intanto la Confindustria tedesca preme per una tabella di marcia che velocizzi la ripresa e il suo presidente Dieter Kempf ricorda che ogni settimana di prolungamento delle misure di contenimento è una sfida eccezionale per l’economia del Paese.

IN SPAGNA
Il Governo spagnolo prende tempo sul fronte dell’economia e la ministra del lavoro Yolanda Diaz avverte che per alcuni settori chiave, come il turismo, ci sarà poco da fare per tutto il 2020. Anche perché i dati sull’epidemia non sono rassicuranti: quasi 19.500 morti e più di 188 mila contagi, dati che fanno della Spagna il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, per casi di Covid-19. Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati oltre 580, qualche decina in più del giorno precedente, e i nuovi casi sono stati più di 5.200, dato che segnala come la situazione sia tutt’altro che stabile. 

Intanto la Generalitat - l’Amministrazione locale in Catalogna - sta lavorando a un piano per consentire ai bambini di uscire dal domicilio nel giro di 8-10 giorni, se «continua l’evoluzione positiva dei casi» di Coronavirus. Lo hanno confermato a Europa Press fonti del Governo della Catalogna, riferisce La Vanguardia. Il sindaco di Barcellona, Ada Colau, ha nel frattempo lanciato un appello per «liberare i bambini», allentando le restrizioni di movimento in vigore in Spagna anche per i minori.

IN GRAN BRETAGNA
Nelle scorse 24 ore i decessi negli ospedali, senza contare case di riposo e abitazioni private, sono oltre 840 in Gran Bretagna. I contagi diagnosticati superano quota 108 mila con una curva d’aumento attorno a 5.500. E il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, invoca mascherine protettive per chiunque esca di casa.

La ripartenza è dunque lontana. Il Governo conservatore, annuncia il ministro delle Attività Produttive Alok Sharma, torna ad allargare i cordoni della borsa della spesa pubblica con l’estensione di almeno un mese del piano straordinario di sussidi statali per il pagamento di congedi retribuiti fino all’80% dello stipendio e a un tetto di 2.500 sterline mensili a tutti i lavoratori costretti a casa dall’emergenza Coronavirus che continua a seminare contagi e mietere vittime.

Sul piano sociale, nel Regno Unito si combattono stress di coppia e familiare, ansia, solitudine, effetti collaterali del lockdown. Un contesto estremo nel quale anche la salute mentale - tema caro all’azione di beneficenza dal duca e della duchessa di Cambridge - appare minacciata come mai. William e la moglie Kate, o Catherine come ormai preferisce farsi chiamare, ne hanno parlato a cuore aperto alla Bbc, rivelando che loro stessi stanno vivendo questa insolita condizione «tra alti e bassi, come tante altre famiglie» meno privilegiate. Impegnato da tempo in prima persona nel promuovere una maggiore consapevolezza dei problemi psichici, William, terzo nella linea di successione al trono, si è detto preoccupato per il «crescente bisogno» di aiuto e sostegno mentale in queste settimane di quarantena, destinate a prolungarsi almeno fino al 3 maggio nel Paese, come stabilito da Downing Street. Un allarme condiviso in pieno dalla consorte, che ha invitato a non concentrarsi esclusivamente sul benessere fisico in questi giorni di reclusione domestica. «È certo importante restare in movimento, ma è altrettanto essenziale non trascurare il nostro stato mentale, coltivando per quanto si può il contatto con le persone più vicine. Anche una telefonata o una chat online possono farci sentire meno soli. Dobbiamo scongiurare che vi siano persone dimenticate, nessuno di noi è un super-uomo», ha aggiunto Kate evocando la necessità di «elaborare le emozioni». Le stesse che i duchi cercano di filtrare per i loro tre figli - George, Charlotte e Louis - la cui gestione quotidiana, confessano dalla residenza di campagna di Sandringham dove si sono isolati, è «impegnativa» in un regime educativo rimasto piuttosto rigido. «Non siamo in vacanza. Seguono le lezioni scolastiche a distanza e li aiuto a fare i compiti», ha raccontato la duchessa con un tocco di severità «old British». Ma senza dimenticare neppure gli «anziani» di casa Windsor: dall’inossidabile regina Elisabetta, prossima ai 94 anni al fianco del novntottenne Filippo; all’erede Carlo, 71 primavere, contagiato e poi guarito. Esperienza che William, «grato» al servizio sanitario nazionale (Nhs), ha vissuto con occhi di figlio: dapprima «preoccupato», poi convinto che «se c’era qualcuno in grado di sconfiggere il virus, era lui».

IN FRANCIA
È sempre emergenza in Francia, dove i decessi sono stati poco più di 760 nelle scorse 24 ore, per un totale, dall’inizio dell’epidemia, di oltre 18.600. Per il secondo giorno consecutivo diminuiscono i ricoverati che sono ora quasi 31.200 (115 meno di ieri), ma nelle terapie intensive ci sono ancora 6.027 pazienti. Ed è allarme sulla portaerei nucleare Charles de Gaulle, ora nel porto di Tolone, e sul gruppo aeronavale che la accompagnava. La Francia «ha  compiuto» un mese esatto di lockdown in attesa della exit strategy promessa dal presidente Macron dopo l’11 maggio.

L’Assemblea nazionale francese ha votato un nuovo bilancio con spese considerevolmente aumentate per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia di Coronavirus, che comprende fra l’altro sostegni alle imprese e un aiuto per i più disagiati. Questa seconda manovra finanziaria correttiva, che approderà martedì al Senato, tiene conto del piano di 110 miliardi di euro annunciato dal Governo. Nonostante le critiche, i repubblicani e il partito socialista hanno votato a favore del testo. Contrari comunisti e il movimento di Melenchon.

IN PORTOGALLO
È salito a 18.841 il bilancio dei casi confermati di Coronavirus in Portogallo, con 750 nuovi contagi registrati nelle scorse 24 ore, mentre il numero decessi arriva a 629 con 30 morti in più rispetto al giorno precedente. Lo confermano le autorità sanitarie locali citate da La Vanguardia, mentre il Governo di Lisbona pensa ad una riapertura parziale delle attività a partire da maggio.

IN BELGIO
Il Belgio ha prolungato fino al 3 maggio incluso le misure restrittive prese per limitare la pandemia di Covid-19. Lo ha annunciato la premier Sophie Wilmes al termine della riunione del Consiglio nazionale per la sicurezza. Il Governo ha deciso di permettere la riapertura di alcuni negozi, che dovranno seguire le stesse regole di sicurezza degli alimentari. Le strutture di cura per anziani e disabili potranno accordare le visite di persone care agli ospiti, a condizione che queste siano sempre le stesse e che non presentino sintomi da due settimane. La regola è estesa anche alle persone che vivono sole e non possono spostarsi.

«Non dimentichiamo gli effetti delle restrizioni sulla psicologia di tutti, soprattutto dei più fragili», ha affermato la premier. Settimana prossima, una nuova riunione del Consiglio per la sicurezza dovrà «elaborare la fine progressiva dell’isolamento, che contiamo di cominciare a inizio maggio», ma, ha già sotttolineato la premier, «fino al 31 agosto non potranno essere organizzati eventi di massa come i festival musicali».

 

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