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Contro la violenza di genere in Uganda si educano gli uomini

Esther Mutesi poses for a picture with her baby at the Kigalama Health Center III, Kigalama village, Namutumba rural sub county, on November 11, 2024.
Esther Mutesi poses for a picture with her baby at the Kigalama Health Center III, Kigalama village, Namutumba rural sub county, on November 11, 2024.
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ROMA, 21 GEN - Uomini 'agenti di cambiamento', per combattere la violenza di genere e promuovere la parità. Sostegno concreto alle vittime di violenza, in particolare domestica. Formazione alle ragazze per accrescere i loro saperi per consentire di acquisire una indipendenza economica ma anche un bagaglio di consapevolezza a partire dal proprio corpo. Non è un libro dei sogni ma una realtà che si sta realizzando in Uganda Orientale, grazie al progetto Action to Scale Up Reduction of Teenage Pregnancies Among Vulnerable Girls finanziato dall'Unione Europea e gestito da Amref Uganda e Uwonet, un network di donne ugandesi. Il tutto documentato con foto e video dal fotografo e videomaker Michele Spatari. E i numeri dimostrano la concretezza del progetto in attuazione nelle comunità di Namutumba e Bugiri: oltre 500 ragazze adolescenti hanno ricevuto una formazione professionale e 3.000 giovani hanno avuto accesso ai servizi sanitari e di pianificazione familiare. Strategico è risultato aver coinvolto e formato 200 uomini che avranno il compito di essere dei modelli di riferimento (Model man) per contrastare la violenza contro le donne. Sono stati formati per condurre una vita rispettosa nei confronti delle donne e delle ragazze, per fare da mentori ai ragazzi su relazioni responsabili, mettere in contatto le donne vittime di violenze con i servizi di assistenza e sanitari. Ma non sono gli unici risultati. Gli effetti del progetto hanno consentito una riduzione del 30% del tasso di gravidanze adolescenziali, in una regione dove il 25% delle ragazze diventa madre prima dei 18 anni e questo grazie alla formazione degli operatori sanitari, il sostegno alle associazioni di genitori e insegnanti e la creazione di spazi sicuri per le sopravvissute alla violenza. Esther, 18 anni, dopo aver dovuto abbandonare la scuola a causa di una gravidanza precoce, ha trovato nel progetto l'opportunità per rifarsi una vita. Oggi, è diventata una piccola imprenditrice, avviando una sartoria che le permette di mantenere se stessa e suo figlio, ma anche di formare altre ragazze della sua comunità. "Quando ho iniziato questo percorso - spiega - non avrei mai immaginato di poter cambiare la vita di mio figlio. Ora, sono un esempio per altre ragazze. Voglio che sappiano che ce la possono fare anche loro". Un altro esempio di cambiamento arriva da Suleiman Tenywa, un giovane di Namutumba, che racconta la sua esperienza: "Ho perso i miei genitori e questo mi ha fatto abbandonare la scuola. Prima di questo progetto, ero un cattivo esempio per la nostra comunità. Sono determinato a non lasciare che la mia sofferenza e la mia fuga dalla scuola determinino il mio futuro. Oggi mi impegno a essere un uomo responsabile, a diventare un modello positivo per gli altri". Michael Bageya sottolinea l'importanza di questo approccio: "Lavoro con Amref nel progetto Scale Up. Sono il presidente dei Model Men di questa sub-contea e abbiamo insegnato alla comunità l'importanza di prevenire i matrimoni precoci e le gravidanze adolescenti, problemi molto diffusi nel nostro territorio. Abbiamo organizzato incontri nelle chiese, nelle moschee, nelle scuole per sensibilizzare i genitori e la comunità sui benefici di mantenere le ragazze a scuola".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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