Italia e Estero

Contagi in Veneto, Zaia: «Regole più dure, prevederei il carcere»

Il governatore reagisce agli assembramenti e ai «comportamenti sconsiderati di troppe persone» che si sono evidenziati in questi ultimi giorni
Il governatore del Veneto Luca Zaia
Il governatore del Veneto Luca Zaia
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Una nuova ordinanza restrittiva «per inasprire le regole» sulla prevenzione del contagio del Covid verrà presentata la prossima settimana in Veneto. Lo ha annunciato per lunedì il governatore Luca Zaia, alla luce di assembramenti e «comportamenti sconsiderati di troppe persone» evidenziatisi in questi ultimi giorni.

«Lunedì presentiamo un'ordinanza per inasprire le regole. Abbiamo le armi spuntate, fosse per me prevederei la carcerazione. Non esiste che un positivo vada in giro. Penso che sia fondamentale che a livello nazionale si prenda in mano il dossier. È fondamentale - ha continuato - che ci sia il ricovero coatto e un Tso. Non possiamo discutere con una persona che si rifiuta di farsi ricoverare. Non ce l'ho con nessuno ma abbiamo l'obbligo di gestire la sanità in maniera impeccabile. Così andiamo allo schianto».

«Siamo davanti - ha spiegato il governatore veneto, raccontando di alcuni casi in regione - a persone che sapevano che qualcuno era positivo, di un altro che rifiuta di farsi ricoverare finché non vanno a prenderlo a casa e nel frattempo vanno a feste e funerali». «Continuando di questo passo non dobbiamo porci la domanda se il virus tornerà in ottobre, perché l'abbiamo già qui. Ai comportamenti irresponsabili di qualcuno, si aggiungono gli altri che abbiamo conosciuto in queste ore».

Zaia ha ricostruito la storia del focolaio vicentino sottolineando i comportamenti dei vari soggetti positivi, Il paziente zero, rientrato dalla Serbia il 25 giugno, ha iniziato ad avere sintomi lo stesso giorno, avendo «diversi contatti lavorativi ed extralavorativi, tra cui una festa privata e un funerale» il 26 e il 27. «Il 28 - continua Zaia - è andato al pronto soccorso, effettuando il tampone e risultando positivo, ma rifiutando il ricovero. Se uno è padrone della sua vita, non deve però poter mettere a repentaglio quella degli altri: ecco perché dico che il Parlamento ci deve dare gli strumenti adeguati».

Ricoverato, dopo molta insistenza anche del sindaco, il 1 luglio, attualmente è in rianimazione ed è pure emerso che il 30, pur sapendo di essere ammalato, ha visto altre persone. Il secondo caso di positività è emerso il 30 giugno, «dopo almeno 6 giorni asintomatici», per uno degli altri occupanti dell'auto andata in Serbia, e terzo e quarto il 1 luglio, nel secondo caso per un occupante dell'auto non dichiarato. L'ultimo caso, presso l'Ulss 6 Euganea, riguarda una paziente che si è presentata al Pronto soccorso di Schiavonia il 29 giugno, dichiarando di aver avuto contatti con il paziente zero.
«In questo caso - ha rilevato Zaia - l'indagine è risultata difficoltosa per la negazione di alcuni dati, come lavoro e contatti».

«Evito di continuare - ha concluso Zaia - perché altrimenti mi incazzo del tutto. Sapevano che una persona incontrata in Serbia era poi risultata positiva, un sintomatico ha rifiutato il ricovero e poi ha partecipato a feste, la signora non ha detto le cose: così non ne veniamo fuori. E mi chiedo se abbia senso aver buttato via quattro mesi della nostra vita per ritrovare complottisti e liberisti. L'ordinanza è già potenzialmente scritta e potevo firmarla anche oggi. Ma non sono contento».

«Per colpa di pochi irresponsabili ora pagheranno tutti» ha concluso.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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