Comune più piccolo di Puglia senza internet,'diritti negati'
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CELLE DI SAN VITO, 12 FEB - "A Celle di San Vito, il più piccolo comune della Puglia che si trova nel Foggiano, non c'è la fibra ottica, la connessione è instabile e spesso, soprattutto quando c'è maltempo, salta completamente. Tutto questo mentre si parla tanto di smart working come possibilità per ripopolare i piccoli centri". Così la sindaca Maria Palma Giannini spiega che nel paese che conta 144 abitanti ad oggi la copertura della connessione internet è garantita da un ponte radio terreste. Tale infrastruttura, oltre a essere meno veloce, non è neppure stabile. "In più di un'occasione è capitato di non poter rispettare le scadenze stabilite dai bandi e dagli avvisi, oppure di inviare in ritardo importanti progetti che venivano finanziati in ordine cronologico di arrivo - dichiara ancora la sindaca -. I comuni sono tenuti a offrire servizi ai cittadini e ad adempiere a tutti gli obblighi di legge e devono farlo soprattutto attraverso i sistemi operativi digitali per i quali è necessaria una connessione stabile e veloce. Non avendola, siamo penalizzati e i nostri cittadini di fatto non hanno gli stessi diritti di tutti gli altri". "Senza internet, in pratica, non esistiamo - continua -. Come facciamo con la telemedicina, ad esempio, o a sviluppare il turismo, a lavorare sull'istruzione e la formazione, ad attivare servizi che contrastino lo spopolamento? Siamo nel 2025, ma è come se fossimo 30 anni indietro rispetto al resto d'Europa e del mondo". I rappresentanti del comune di Celle di San Vito hanno chiesto all'assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci, e ai rappresentanti di Infratel Italia quali siano le iniziative che si intendono intraprendere. "Non voglio pensare - conclude la sindaca - che una rete di transito non venga realizzata perché troppo costosa in relazione al numero di persone che dovrebbero beneficiarne. Tutti insieme contiamo 144 abitanti, è vero, ma siamo cittadini italiani e la Costituzione afferma che abbiamo gli stessi diritti di chi vive nelle metropoli o in qualsiasi altro luogo d'Italia".
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