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Come possiamo difendere i nostri dati su Facebook

Che fare dopo lo scandalo di Cambridge Analytica? L'opzione più drastica è togliersi dal social network, ma c'è una via di mezzo
Foto Ansa/Ap Thibault Camus
Foto Ansa/Ap Thibault Camus
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Lo scandalo che nei giorni scorsi ha travolto Mark Zuckerberg, ad di Facebook - accusato di aver consentito che la società di marketing Cambridge Analytica utilizzasse e vendesse i dati personali di 50 milioni di utenti - ha riacceso le luci sullo spinoso tema della privacy sui social network.

Siamo davvero padroni delle informazioni che ci riguardano sui social? Siamo sicuri che i nostri dati personali siano al sicuro? Ma soprattutto, com'è possibile che aziende esterne a Facebook possano impossessarsi di dati che ci riguardano, senza che abbiano avuto la nostra esplicita autorizzazione?

In realtà, la trappola di cui siamo più o meno inconsapevoli è a portata di clic. In altre parole, ci sembra di non aver mai dato il consenso al riutilizzo dei nostri dati, ma non è affatto così. Quante volte, ad esempio, abbiamo optato per il comodo e velocissimo «accedi tramite Facebook»? Molto spesso, questo è certo. Il motivo è quasi sempre la pigrizia, oltre che l'inconsapevolezza. Diciamocelo: è molto più veloce premere un tasto che compilare una lunghissima e complicata form. E poi è questione di comodità: siamo in gran parte abituati a navigare da smartphone, con l'app di Facebook sempre aperta, dunque la tentazione di optare per la scorciatoia è presto servita. In più, in questo modo il nuovo account è già personalizzato, con foto profilo già coordinata e dati già completi, indirizzo di residenza compreso.

Fate mente locale: quanti di voi si sono iscritti a Instagram accedendo da Facebook? Oppure a BlaBlaCar, o Etsy o Groupon? Per non parlare di Skype, Amazon, Skyscanner o Runtastic.com: tutte app che ormai sono entrate a far parte della nostra routine quotidiana. Ecco, sappiate che ognuna di queste aziende possiede tutti i vostri dati, senza che voi abbiate doviuto leggere, vagliare o firmare pile di complicati documenti. È bastato un clic a cuor leggero.

Come porre rimedio, allora? Ci sono due tipi di approccio: quello drastico e quello ponderato.

Il primo prevede la cancellazione da Facebook, come propone ad esempio la giornalista del Guardian, Arwa Mahdawi: sparire dal social network di Zuckerberg, eliminando il proprio account, è il metodo più efficace e immediato di mettere in cassaforte i propri dati. Se però non siete disposti a rinunciare alla vostra rete di relazioni digitali e non, è necessario fare un ragionamento sulle impostazioni della vostra privacy. Un'altra opzione, infatti, potrebbe essere quella di eliminare tutte le app connesse al vostro profilo, ma anche questo significherebbe rinunciare a tutte le connesse comodità di navigazione veloce e intuitiva.

 

Le impostazioni della privacy da modificare su Facebook - © www.giornaledibrescia.it
Le impostazioni della privacy da modificare su Facebook - © www.giornaledibrescia.it

La soluzione più moderata, invece, vi consente cliccando sulla pagina di impostazioni delle app di scegliere a quali aziende continuare a trasmettere i vostri dati, facendo una selezione del tipo di informazioni che vorrete concedere ad ognuna di esse.

Infine, il consiglio generale è quello di prestare particolare attenzione ai vari quiz apparentemente innocui che compaiono nella vostra homepage, così come ai giochi o alle app di aziende non verificate: spesso si tratta di esche per intercettare e sfruttare i vostri dati.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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