Cinghiali in autostrada, un morto. Rolfi: «Legge va cambiata»
«Non si può morire per un cinghiale in autostrada nel 2019»: dopo l'incidente sulla A1 in cui è morto un 28enne, l'assessore all'Agricoltura della Lombardia, il bresciano Fabio Rolfi, chiede che cambi la legge nazionale. «Questi incidenti si potrebbero evitare se la politica nazionale ascoltasse le richieste della Regione Lombardia e di chi vive sul territorio» ovvero «riconoscere l'operatore volontario, ossia un cacciatore formato, che consenta di ampliare l'attività di contenimento oggi in capo solo agli operatori della Polizia provinciale, ormai pochi e sparuti».
Le parole di Rolfi giungono a poche ore dal dramma avvenuto alle 4 di questa mattina in un grave incidente sull'Autosole fra Lodi e Casalpusterlengo, causato dal passaggio di un branco di cinghiali. Nell'incidente sono rimaste ferite altre 10 persone, fra cui cinque minorenni. Il paziente più grave è stato portato in codice rosso all'ospedale Maggiore di Parma.
«Su Lodi - ha proseguito - la Regione Lombardia ha predisposto un piano di contenimento straordinario approvato da Ispra a novembre, ma l'esiguo numero di agenti di vigilanza ne diminuisce l'efficacia».
«Va aggiunto che i gestori delle autostrade, come evidenziato da Regione Lombardia in data 5 dicembre 2017, in territori rurali e pedecollinari - ha concluso - devono effettuare
controlli più stringenti e un monitoraggio costante delle recinzioni perché recinzioni adeguate evitano qualsiasi contatto tra fauna selvatica e automobilisti».
I dati diffusi da Coldiretti ribadiscono la frequenza con cui i cinghiali sono all'origine di incidenti stradali. Anche nel Bresciano, in tempi recenti, non sono mancati episodi che hanno messo a repentaglio la sicurezza della circolazione a causa della presenza improvvisa degli ungulati in carreggiata. È capitato lo scorso anno in Corda Molle, a Borgosatollo, in Valcamonica sulla Statale 42 - quando alcuni esemplari furono effettivamente travolti, come pure sul Sebino, lungo la Sp XI.
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