'Chiarezza sui fondi contro le mutilazioni genitali femminili'
ROMA, 04 FEB - Per prevenire e contrastare le Mutilazioni Genitali Femminili (Mgf), l'Italia dispone di strumenti contenuti nella legge 7 del 2006 e del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, ma non ci sono informazioni trasparenti su quale sia lo stato delle cose. Anche l'esito del bando 2023 del Dipartimento Pari Opportunità per una nuova mappatura del fenomeno non è stato ancora reso noto. A denunciarlo, in vista della Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili che ricorre il 6 febbraio, è ActionAid sottolineando che ogni anno vengono stanziati fondi al dipartimento per le Pari Opportunità, al ministero della Salute e al ministero dell'Interno per interventi specifici, come la gestione del Numero verde contro le Mgf (800.300558). Tuttavia l'assenza di dati pubblici sull'impatto di queste risorse - sostiene ActionAid - rende difficile valutare l'efficacia degli interventi realizzati. Mentre l'esperienza quotidiana degli enti che lavorano con le donne portatrici o a rischio di Mgf dimostra la necessità di misure più incisive di prevenzione e supporto. Ad esempio riconoscere le conseguenze fisiche e psicologiche derivanti dalle Mgf attraverso il Sistema sanitario nazionale, promuovendo il loro inserimento nella lista dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) per le patologie croniche e consentendo l'esenzione del ticket. Mancano anche dati aggiornati. Gli ultimi risalgono al 2019 frutto di uno studio dell'Università Milano-Bicocca da cui risultano oltre 87.000 le donne - di cui 7.600 minorenni - che convivono con le conseguenze delle mutilazioni genitali femminili. "Serve una forte volontà politica per colmare le lacune esistenti e dare risposte concrete alle donne e bambine che subiscono le conseguenze di questa pratica, garantendo il loro diritto alla salute sessuale e riproduttiva - afferma Katia Scannavini, vice segretaria generale di ActionAid Italia - . Tra le priorità ActionAid chiede un'applicazione efficace e trasparente della legge 7/2006, l'avvio di una raccolta dati periodica per orientare politiche mirate e l'integrazione del Numero verde contro le Mgf nel Numero antiviolenza 1522, attivo h24 e multilingue, per garantire un supporto più specializzato. È poi fondamentale garantire una presenza stabile delle mediatrici culturali nei servizi e sensibilizzare le comunità migranti attraverso le Community Trainer. Per assicurare un reale accesso alle cure e promuovere l'inclusione sociale, chiediamo infine l'inserimento delle Mgf nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) e l'introduzione di codici Drg specifici per la ricostruzione chirurgica genitale". Per l'Organizzazione è "essenziale una formazione strutturata" con il coinvolgimento di scuole, servizi sociali, forze dell'ordine, magistratura, Commissioni territoriali per la protezione internazionale ed enti che gestiscono centri per migranti. ActionAid chiede, inoltre, l'istituzione di Centri regionali contro le Mgf in tutta Italia. Per individuare strategie condivise, il 6 febbraio si terrà a Milano il V Summit organizzato dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica in collaborazione con ActionAid.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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