Italia e Estero

Cesareo ritardato, tre dottoresse condannate a Catania

Un medico con lo stetoscopio al collo, in una immagine di archivio. La familiare figura del medico con lo stetoscopio intorno al collo sta per sparire, sostituita da un piu' tecnologico iPhone, almeno a giudicare dalla quantita' di dottori che hanno scaricato l'applicazione che monitora il battito cardiaco con il 'melafonino'. Per il Guardian sono almeno 3 milioni i camici bianchi che hanno acquistato il programma su iTunes, e una versione gratuita messa a disposizione la scorsa settimana registra 500 download al giorno. ANSA/FRANCO SILVI
Un medico con lo stetoscopio al collo, in una immagine di archivio. La familiare figura del medico con lo stetoscopio intorno al collo sta per sparire, sostituita da un piu' tecnologico iPhone, almeno a giudicare dalla quantita' di dottori che hanno scaricato l'applicazione che monitora il battito cardiaco con il 'melafonino'. Per il Guardian sono almeno 3 milioni i camici bianchi che hanno acquistato il programma su iTunes, e una versione gratuita messa a disposizione la scorsa settimana registra 500 download al giorno. ANSA/FRANCO SILVI
AA

CATANIA, 17 DIC - La terza sezionale penale del Tribunale di Catania ha condannato a sei anni ciascuno di reclusione due dottoresse dell'ex ospedale Santo Bambino, Gina Currao e Amalia Daniela Palano, ritenute colpevoli di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici nel processo sulla nascita, il 2 luglio del 2015, di un bimbo con gravissimi disturbi neurologici perché, secondo l'accusa, a fine turno avrebbero tardato a intervenire con un parto cesareo per non restare ancora al lavoro. Il collegio sul capo di imputazione di lesioni gravissime colpose non si è espresso, trasmettendo gli atti alla Procura per valutare il profilo del dolo eventuale. Nel processo l'azienda ospedaliera Vittorio Emanuele, a cui faceva capo l'ospedale Santo Bambino, è entrata con il doppio ruolo di responsabile e parte civile ed è stata condannata in solido al pagamento dei danni morali, da stabilire altra sede, alle parti civili, i genitori del bambino. I giudici hanno disposto il pagamento di una provvisionale da parte dell'Azienda e delle due dottoresse di 150mila euro ciascuno ai genitori del bambino, mentre, a loro volta, Currao e Palano dovranno risarcire personalmente l'ospedale con 20mila euro ciascuno. Il Tribunale ha condannato a cinque anni di reclusione una terza dottoressa, Paola Cairone, per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e al risarcimento, in solido con l'azienda, di 100mila euro ai genitori del piccolo e, personalmente, a 15mila euro euro all'ospedale. Le tre dottoresse sono state interdette in perpetuo dei pubblici uffici e legalmente per la durata della pena. Il Tribunale ha trasmesso alla Procura gli atti delle deposizione di un teste per falsa testimonianza. Amalia Daniela Palano e Gina Currao sono accusate di non avere eseguito subito un parto cesareo per "evitare di rimanere a lavorare oltre l'orario previsto, nonostante i molteplici episodi di sofferenza fetale emersi dal tracciato, somministrato alla gestante dell'atropina per simulare una inesistente regolarita' nell'esame medico". Nelle indagini della sezione di Pg della polizia della Procura, è entrata anche la dottoressa Paola Cairone che, secondo l'accusa, "pur non essendo a conoscenza degli avvenimenti precedenti, praticava alla paziente per due volte le manovre di Kristeller, tecnica bandita dalle linee guida, nonostante un tracciato non rassicurante e non contattava in tempo il neonatologo che effettuava l'intervento di rianimazione con gravissimo ritardo".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Argomenti