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Cedu condanna Russia su leggi anti-dissenso a guerra a Kiev

L'oppositore russo Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni di carcere con l'accusa di tradimento e per aver denunciato l'offensiva di Mosca in Ucraina, detenuto in una prigione siberiana di massima sicurezza, Mosca, 24 Settembre 2023. Facebook/Vadim Prokhorov +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK++
L'oppositore russo Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni di carcere con l'accusa di tradimento e per aver denunciato l'offensiva di Mosca in Ucraina, detenuto in una prigione siberiana di massima sicurezza, Mosca, 24 Settembre 2023. Facebook/Vadim Prokhorov +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK++
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STRASBURGO, 11 FEB - La Russia ha usato la scusa della difesa della sicurezza nazionale per soffocare il dissenso sulla guerra in Ucraina, violando i diritti del giornale Novaya Gazeta e dell'emittente Dozhd Tv oltre che di numerosi cittadini. Lo afferma la Corte europea dei diritti umani nella sentenza di condanna sul ricorso presentato dai media e 178 individui per le conseguenze subite dopo l'introduzione della legge nel marzo del 2022, in seguito all'invasione dell'Ucraina, che ha reso un reato "screditare le forze armate" o diffondere "fake news" sul loro operato. Novaya Gazeta, un quotidiano con una tiratura media settimanale di 300.000 copie e un pubblico giornaliero online di circa 3 milioni, e Dozhd Tv, un canale televisivo con un audience annuale di circa 18 milioni di persone, sono state chiuse. Mentre per gli individui sono scattate sanzioni amministrative da 30.000 a 150.000 rubli, detenzioni preventive e incarcerazioni. La più lunga, 25 anni, è stata imposta a Vladimir Kara-Murza, politico e giornalista dell'opposizione. "Le misure imposte sono andate ben oltre l'accertamento della reale minaccia agli interessi nazionali", indica la Cedu evidenziando anche che sono stati presi di mira anche semplici slogan pacifisti, espressioni satiriche, oltre ai resoconti fattuali sui presunti crimini di guerra commessi dall'esercito russo. "In sostanza, i tribunali nazionali hanno criminalizzato qualsiasi informazione che contraddicesse la narrazione ufficiale", afferma la Cedu, sottolineando che per esempio è stato chiamato in causa il semplice uso del termine "guerra" piuttosto che "operazione militare speciale".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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