Italia e Estero

Cecchettin, soluzione femminicidi non è inasprimento pene

Il Gino papà di Giulia ,alla presentazione della fondazione Giulia Cecchetin. Roma, 18 novembre 2024 ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il Gino papà di Giulia ,alla presentazione della fondazione Giulia Cecchetin. Roma, 18 novembre 2024 ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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ROMA, 25 FEB - "Io non ho cercato giustizia, ho fiducia nelle istituzioni, ormai Giulia non mi verrà restituita; so quanto ho sofferto e sto soffrendo, stamattina sono passato dalla stanza di Giulia per annusare i suoi vestiti e ricordamela. Pensiamo di modificare quello che non va piuttosto che inasprire le pene, cerchiamo di migliorare il mondo piuttosto che renderlo più pesante". Così Gino Cecchettin, parlando con centinaia di studenti in una iniziativa sulla violenza di genere organizzata da La tecnica della scuola. "Giulia aveva scritto in 15 punti i motivi per lasciare Filippo: in quei punti c'erano tutti i segnali di un relazione tossica che forse lei non aveva pienamente compreso, lì trovate tutti i segnali, dal più flebile, al più forte, il filo conduttore è la mancanza di libertà. Non si deve tollerare alcuna forma di costrizione alla libertà, non tollerate il romanticismo tossico, chiedetevi quale è la vostra idea di amore e se c'è una deviazione da questo chiudete subito la relazione. Vorrei che Giulia fosse ricordata come esempio cristallino di altruismo, la mia forza arriva da lì", ha detto rivolto agli studenti. Per la fondazione Giulia Cecchettin, "ci siamo ispirati al modello di vita di Giulia e ci siamo dedicati all'istruzione, abbiamo pensato che la formazione è fondamentale per proporre un nuovo modello. Abbiamo messo insieme un Comitato scientifico con professori che stanno creando una proposta che porteremo nelle scuole anche grazie al protocollo con il ministero dell'Istruzione e sarà un veicolo per formare docenti e studenti. Poi aiuteremo altre associazioni che lavorano contro la violenza di genere e aiuteremo le studentesse che vogliono iscriversi a percorsi Stem". Giulia, ha ricordato il padre, "si è laureata in ingegneria Biomedica. Vorrei lasciare un pò di lei a voi ragazzi, cercando di far capire quanto avesse fatto della sua vita un'opera d'arte, dando risalto alla bellezza, all'amore, non tollerava la violenza verbale, neanche le parolacce. Sapeva creare valori, fate anche voi della vostra vita un'opera d'arte".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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