C'è anche mons. Tremolada tra le persone «schedate» dai cinesi
«Una società privata, la Zhenhua della città di Shenzhen, in Cina, raccoglie informazioni dettagliate all'estero su politici, sui loro familiari, su persone di interesse pubblico, membri delle istituzioni, imprenditori e criminali. Tutto per conto di Pechino. E lo fa anche in Italia. È quanto emerge dall'analisi di un mastodontico database ottenuto dal Foglio insieme con altre testate internazionali come il Telegraph, il Sunday Times, l'Indian Express, il Globe and Mail e l'Australian Financial Review». Lo scrive II Foglio.
«L'Okidb, Oversea Key Information DataBase - riporta Il Foglio - raccoglie informazioni pubbliche analizzando i big data disponibili online; ogni social network, blog, articoli, qualunque pubblicazione su internet diventa fonte. I dati sono poi analizzati "da numerosi ricercatori specializzati". Un'altra sezione del database monitora cargo via mare e via aerea. Sotto alla chiave di ricerca Italia compaiono 4.544 nomi e cognomi. La raccolta dei dati italiani sembra iniziare dal 2006, prima che la società esistesse».
« 4.544 nomi e cognomi italiani contenuti nell'Okidb, l'Oversea Key Information DataBase cinese, - spiega Il Foglio - sono divisi in tre categorie. La prima è quella delle persone politicamente esposte. Parlamentari, membri delle istituzioni, commissioni, Autorità, ma anche consiglieri regionali, sindaci, membri della politica. Persone legate all'industria strategica. Vescovi e prelati.
Da Adriana Poli Bortone (la prima, in ordine alfabetico) a Walter Veltroni (l'ultimo), passando per Enrico Letta, Laura Boldrini, Lia Quartapelle, Giulio Tremonti: un totale di ottocento nomi e cognomi. A ogni persona è assegnato un codice identificativo. Nei dettagli si dice se la persona è ancora attiva oppure no, si forniscono una o due immagini.
Ci sono poi le autorità portuali con un cospicuo numero di nomi di persone che lavorano per i porti di Trieste, Genova fino a Civitavecchia. Ci sono persone legate alla Difesa e al Vaticano, da mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, a Gabriele Mana, vescovo di Biella».
«La seconda parte italiana del database cinese - prosegue il quotidiano - è tra le più anomale, rispetto a un classico elenco telefonico di un'ambasciata o di un ministero. Parliamo di 1.012 nomi che hanno a che fare con l'influenza e gli obiettivi della Cina. Esiste, come prevedibile, tutta la famiglia Berlusconi fino all'ultimo dei nipoti. La famiglia Renzi. La famiglia Merloni e Ferrero. Padri, madri, compagni e compagne di leader di partiti politici. Fratelli imprenditori di parlamentari. Ci sono mogli e figli di ex ambasciatori ora manager di società d'interesse pubblico. Di una ex sottosegretaria del centrosinistra compare il nome della figlia appena maggiorenne. Di tutti è indicata la fotografia e il codice identificativo, che serve poi a ricomporre, sul software di Zhenhua, la rete di relazioni».
«La terza parte italiana del database cinese - conclude Il Foglio - è la più importante. È un elenco di 2.732 nomi: ci sono indagati e condannati, in prevalenza membri della criminalità organizzata. Per ogni individuo sono indicate le parole chiave: estorsione, traffico di esseri umani, riciclaggio, traffico di droga, frode, ed è stilato un profilo con foto, numero identificativo, una descrizione degli ambiti d'interesse e del background, delle persone collegate. Per esempio, è elencato Giovanni Palamara, narcotrafficante calabrese legato ai cartelli colombiani, direttamente collegato dall'intelligence cinese al boss Rocco Morabito e al clan Morabito-Bruzzaniti-Palamara.
C'è tale Davide Battiato, arrestato nel 2017 e collegato a Santo La Causa, ex boss del potente clan Santapaola. E poi Gennaro Imparato, di Napoli, figlio di Franco Imparato, sospettato di essere il luogotenente del boss della Camorra Francesco Mazzarella.
Ci sono anche figure pubbliche o istituzionali indagate o condannate. L'ex direttore dell'aeroporto di Ciampino Sergio Legnante, Carlo Focarelli, condannato nel caso Fastweb-Telecom Italia Sparkle. E poi persone indicate sotto alla parola chiave terrorismo. Tra i nomi risulta Imitias Khan, pachistano arrestato a Olbia dopo essere stato accusato di essere parte di una cellula di Al Qaida».
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