Caso Eni Nigeria, «i pm sapevano del testimone pagato»
Nell'udienza davanti al Tribunale di Brescia a carico del procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e dell'ex pm milanese Sergio Spadaro, ora alla Procura europea, imputati per rifiuto di atti d'ufficio per prove non depositate e favorevoli agli imputati del processo Eni-Shell/Nigeria in cui rappresentavano l'accusa e finito con tutte assoluzioni, i legali della parte civile, l'imprenditore ed ex viceconsole in Nigeria Gianfranco Falcioni (assolto nel caso nigeriano), hanno chiesto e ottenuto l'acquisizione dell'intero fascicolo per falsa testimonianza a carico di Isaac Eke, teste nel processo milanese, recentemente archiviato.
«Dalla copia del fascicolo emergono aspetti inquietanti», ha detto l'avvocato Pasquale Annicchiarico, legale di parte civile con l'avvocato Gian Filippo Schiaffino. «La Gdf fa perquisizione e copia forense al teste Eke e a distanza di pochi giorni, il 3 febbraio, deposita risultati del telefono del testimone che aveva cambiato tesi. Dagli atti - ha proseguito il legale - emerge che Eke era stato indottrinato attraverso articoli di giornale sulla "favola di Pinocchio" dei 50 milioni di euro retrocessi ai manager di Eni dalla presunta maxi tangente (mai provata, ndr). Gli viene addirittura inviata una fotografia di Armanna per farlo riconoscere in aula. Emerge, poi, un passaggio di denaro di 19mila euro e 50mila euro».
Queste «emergenze documentali», ha aggiunto l'avvocato, «arrivano un anno prima della sentenza Eni e quindi i pm sanno un anno prima della sentenza che c'è un giro di denaro per pagare il teste. Ma difese e tribunale non vengono messi a conoscenza», ha concluso, parlando in aula davanti ai giudici, l'avvocato di parte civile.
I primi testimoni
Saranno i magistrati milanesi Paolo Storari, assolto in via definitiva nel caso dei verbali di Amara, e Marco Tremolada, presidente del collegio che ha assolto 15 imputati nella vicenda Eni-Shell/Nigeria, i primi testimoni che il prossimo 3 ottobre saranno ascoltati nell'ambito del processo a carico del procuratore aggiunto di Milano, Fabio De Pasquale, e dell'ex pm milanese Sergio Spadaro. Secondo l'ipotesi dell'accusa, tra febbraio e marzo 2021, De Pasquale e Spadaro avrebbero omesso «volontariamente» di depositare alle difese e ai giudici del caso nigeriano «informazioni, prima verbali e poi documentali» segnalate loro dal collega Paolo Storari.
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