Canone Rai in bolletta, «siamo in alto mare»
Sul canone Rai in bolletta siamo in alto mare. L'allarme è di Assoelettrica è stato lanciato ieri, nel giorno in cui sono scaduti i termini, senza che nulla sia arrivato, per il decreto del ministero dello Sviluppo economico necessario per risolvere i tanti nodi ancora irrisolti, avverte che «le imprese non sanno come fare» e, quindi, «il rischio è che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio».
La legge di Stabilità 2016 che ha introdotto la norma del canone nella bolletta elettrica prevede due atti specifici ulteriori, che devono essere emanati dal Mise e dall'Agenzia delle Entrate.
Il primo è per l'appunto il decreto attuativo che deve definire i dettagli della misura e per il quale la legge ha stabilito una tempistica di 45 giorni dall'entrata in vigore della Legge di Stabilità: a conti fatti, si arriva alla giornata di ieri, 14 febbraio, che essendo una domenica slitta a oggi. Al ministero, tuttavia, ancora «stanno lavorando», ma fonti assicurano che il decreto dovrebbe essere emanato «in tempi brevi» ed emerge anche che nei prossimi giorni tutti i soggetti coinvolti (Mise, Mef, Agenzia Entrate, Autorità e Acquirente Unico) si incontreranno per sciogliere i nodi.
Il secondo provvedimento atteso è quello dell'Agenzia delle entrate, che deve definire le modalità per la presentazione dell'autocertificazione di coloro i quali non posseggono una tv e, quindi, sono esentati dal pagamento: dall'Agenzia ricordano comunque che il provvedimento in questione potrà arrivare «solo dopo il decreto del Mise».
Senza l'uno, insomma, non ci sarà l'altro e intanto le aziende aspettano, mentre «il tempo stringe».
Da qui l'allarme lanciato da Assoelettrica, che per la verità fin dall'inizio si era dichiarata contraria al canone in bolletta definendolo «un pasticcio» e che insieme a Utilitalia ha inviato al ministero un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti.
«Le imprese - ricorda il presidente di Assoelettrica Chicco Testa - devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate, bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla morosità, dall'eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti».
Il documento presentato al Mise offre una lunga serie di casi in cui l'incertezza regna sovrana: cosa succede, per esempio, se un utente cambia fornitore di energia? E ancora, cosa deve fare un fornitore di energia che attiva la fornitura a un cliente in corso d'anno per esempio a dicembre? Quando si parla di «prima fattura successiva al 1 luglio» si intende emessa oppure con scadenza di pagamento? Che fare in caso di ritardi di fatturazione nella emissione e, quindi, nella riscossione? I solleciti devono includere anche la quota canone?
Ci sono poi da disciplinare i casi di pagamenti con bollettino postale, le rateizzazioni, i reclami, gli interessi di mora, i pagamenti con Rid. Una vera e propria giungla di incognite, insomma, che le imprese chiedono di risolvere.
Ma ad avere bisogno di chiarimenti non sono solo le imprese, ma anche le famiglie. «Siamo convinti - avverte il Codacons - che a luglio si scatenerà un vero e proprio caos, con gli utenti e le aziende elettriche impreparate ad affrontare la novità. Le famiglie ancora non hanno capito come avverrà il pagamento del canone, chi è tenuto a versarlo e per quali case, e non vogliamo pensare a cosa avverrà in caso di morosità o ritardi nei pagamenti».
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