Bufera su Facebook: «Zuckerberg non fa nulla contro Trump»
È bufera su Mark Zuckerberg. Il numero uno di Facebook si è detto «disgustato» dai commenti di Trump sulle proteste per George Floyd ma ha rifiutato di intervenire sui post del presidente censurati da Twitter. E tra i suoi dipendenti è scoppiata la rivolta. Critici anche i leader delle organizzazioni per i diritti civili che parlano, senza mezzi termini, di una «delusione».
Zuckerberg però non arretra di un centimetro di fronte alla valanga di polemiche: è stata una «decisione difficile» ma «approfondita», dice ai suoi dipendenti nel corso di una videochiamata inizialmente in programma giovedì ma anticipata a martedì per chiarire la sua posizione. Una posizione che Zuckerberg e la sua numero due, Sheryl Sandberg, hanno cercato senza successo di spiegare ai leader della grandi associazioni per i diritti civili.
L’atteggiamento di Facebook su Trump è un «precedente pericoloso», affermano in una nota la Leadership Conference on Civil and Human Rights, Legal Defense and Educational Fund e Color of Change. «Siamo delusi e colpiti dalle incomprensibili spiegazioni di Mark. Ha dimostrato di non capire la soppressione di voto e si è rifiutato di ammettere come Facebook sta facilitando la chiamata di Trump alla violenza contro i manifestanti», aggiungono.
Il tutto mentre Twitter ha sferrato un altro schiaffo al tycoon e rimosso un account che incitava alla violenza rivendicando di rappresentare Antifa, il movimento della sinistra antagonista che Trump ha designato come organizzazione terroristica.
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