Italia e Estero

Bufera su Alfano, aria di crisi tra i senatori Ncd

Le intercettazioni che coinvolgono il fratello e il padre del ministro dell'Interno stanno provocando un terremoto politico
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Non bastava Alessandro, il fratello di Angelino Alfano che l’uomo d’affari Raffaele Pizza si sarebbe vantato di aver fatto assumere a Postecom come dirigente. Nella richiesta di arresto della Procura di Roma inoltrata al gip Giuseppina Guglielmi nell’ambito dell’indagine «Labirinto» figura in una conversazione intercettata dalla Guardia di Finanza anche il nome del padre dell’attuale ministro dell’Interno. 

L’uomo avrebbe spedito un’ottantina di curriculum a Poste Italiane. A parlarne, il 17 maggio dello scorso anno, sono l’indagata Marzia Capaccio, segretaria dell’uomo d’affari Raffaele Pizza e Elisabetta Cotugno.

Inevitabili le ripercussioni politiche. La bufera su Alfano e sulle intercettazioni che lo vedono coinvolto investe in pieno gli equilibri di governo. Equilibri piuttosto fragili, che se da un lato vedono il ministro dell'Interno fermo nella sua volontà di non dimettersi dall'altro registrano un vero e proprio terremoto in Ncd. Ed è il Senato, ancora una volta, l'epicentro del sisma: il gruppo di frondisti - almeno cinque - sarebbe infatti ormai pronto a lasciare e a dire addio al sostegno al governo. 

Il dissenso interno, e tutto politico, in Ncd era da tempo emerso ma l'impressione è che il «caso» Alfano abbia acutizzato le lacerazioni nel partito sebbene da entrambi i capigruppo - Maurizio Lupi e Renato Schifani - arrivi un compatto sostegno al ministro in merito alla vicenda delle intercettazioni dell'inchiesta «Labirinto». 

Vicenda che segna l'incontro che Alfano ha organizzato, nel pomeriggio di ieri, nei corridoi di Montecitorio con i «suoi»: a loro il ministro ha assicurato che non lascerà, che non ci sarà un «replay» di quanto avvenne con Lupi, dimessosi da ministro per il «caso Rolex» ma senza che, nella vicenda, fossero emersi rilievi giudiziari. 

Nel partito al momento si contano almeno cinque dissidenti (Renato Schifani, Roberto Formigoni, Maurizio Sacconi, Antonio Azzolini, Giuseppe Esposito). Numero che, sottolineano fonti parlamentari, può tuttavia facilmente crescere arricchendosi di una manciata di senatori rimasti finora coperti. Tra le ipotesi vi è la formazione un gruppo con altri senatori centristi dell'opposizione e magari con qualche scontento di Ala per guardare, in prospettiva, a quel modello Milano osteggiato da Alfano.  

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