Brexit, cosa accade adesso: i passaggi
L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea dà il via a una complessa procedura di divorzio e costringe Londra e Bruxelles a ricostruire un rapporto nuovo. Ecco i passaggi di un percorso lungo e difficile che Gran Bretagna e Unione europea dovranno percorrere dopo il referendum.
Il post voto - L'analisi del risultato prende il via ufficialmente nella riunione straordinaria post-voto delle più alte cariche dell'Unione, il presidente Donald Tusk, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz e il premier olandese Mark Rutte, il cui Paese ha la presidenza di turno della Ue. Un vertice europeo è già in programma poi per la settimana successiva, il 28-29 giugno. Ma i leader di primo piano della Ue potrebbero tenere una riunione d'emergenza prima di quella data. Probabile anche una seduta straordinaria del Parlamento Ue prima del vertice.
Trattato di Lisbona - Il premier David Cameron, prima del risultato, aveva detto che se il paese avesse scelto di andarsene, avrebbe fatto "scattare immediatamente" l'articolo 50 del trattato di Lisbona del 2009, che stabilisce le procedure per l'uscita di un Paese dall'Unione. L'articolo 50 afferma che "qualunque stato membro può decidere di ritirarsi dall'Unione nel rispetto delle proprie norme costituzionali" e preparare la procedura per farlo.
I tempi - Le norme europee dicono che servono due anni per sciogliere tutti gli obblighi contrattuali prima che un Paese possa ufficialmente uscire dall'Unione. Ma il negoziato per stabilire un nuovo rapporto tra Bruxelles e Londra indipendente potrebbe durare molto di più. Tusk ha avvertito che per ottenere il via libera di tutti i 27 Stati restanti, più il Parlamento europeo, potrebbero volerci altri cinque anni, per un totale di sette.
L'opzione Norvegia o Svizzera - L'opzione più semplice e più citata, è che la Gran Bretagna si unisca a Norvegia e Islanda entrando nell'Area economica europea, che le consentirebbe di accedere al mercato unico. Questo significherebbe che Londra dovrebbe ancora obbedire alle norme Ue senza poter dire la sua sulle loro formazione, oltre a versare un contributo alla Ue. Il modello svizzero piace ai "Brexiteers", i favorevoli alla Brexit, ma "è improbabile che la Gran Bretagna prenda questa strada", ha detto Jean-Claude Piris, ex giurista Ue ora consulente. Piris ha sottolineato che la Svizzera ha dovuto firmare centinaia di accordi commerciali con la Ue e Bruxelles non è ancora soddisfatta del rapporto. Altre opzioni riguardano un accordo di libero scambio con la Ue o un'unione doganale come quella con la Turchia. In assenza di un'intesa, il Regno unito sarebbe un semplice partner commerciale come Usa o Cina. In ogni caso diventerebbe "una specie di satellite della Ue" ha detto Piris.
I britannici all'estero - Londra dovrebbe negoziare lo status di due milioni di britannici che vivono nella Ue. Ciò potrebbe toccare in particolare i loro diritti pensionistici e sanitari.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato