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«Bresciani, aiutateci a non far scappare da Accumoli i giovani»

Si è caricato sulle spalle un’intera comunità Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli, borgo di seicento anime devastato dal terremoto
ACCUMOLI: "AIUTIAMO I GIOVANI A NON FUGGIRE"
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«Sono 19 giorni che vivo ogni minimo respiro del mio paese». Si è caricato sulle spalle un’intera comunità Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli, borgo di seicento anime con un terreno che il sisma ha abbassato di venti centimetri.

«Abbiamo bisogno di tutto», svela il primo cittadino che, tra le macerie del «paese che non c’è più» - come lo chiama la benzinaia al distributore ai piedi del centro abitato che fu -, ha messo al primo posto la sua gente. Ancor prima della famiglia. «Mio figlio è stato operato a un braccio, ma non sono riuscito ad andare in ospedale, il paese ha bisogno di una guida e io sono rimasto solo».

Racconta il sindaco di Accumoli di colleghi di Giunta e di consiglieri scappati dal paese tra il timore di un futuro impossibile e il desiderio di mettere in salvo la famiglia. «Vorrei stare anche con i miei cari, ma non posso», confessa.

Dopo le scosse che hanno ucciso una decina di persone e ridotto in polvere intere abitazioni si comincia a tracciare la strada della ricostruzione. «Bresciani, aiutateci a non far scappare da Accumoli le nuove generazioni» è l’appello del sindaco Petrucci guardando dal sito del Giornale di Brescia l’ammontare della raccolta fondi.

«Possiamo realizzare un polo universitario, un centro di sperimentazione ambientale visto che facciamo parte del Parco nazionale del Gran Sasso e abbiano numerosi siti ambientali che possono diventare luoghi di ricerca sul campo».

Obiettivo, quindi, dare un futuro ad Accumoli. «Non possiamo permettere che il sisma, oltre ai sogni di molti, spazzi via anche la generazione dei giovani», spiega il primo cittadino di Accumoli. «Gli anziani sono il nostro zoccolo duro, ma rischiamo, se non concretizziamo idee e progetti per i giovani, che il paese tra dieci anni sia senza abitanti».

 

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