Italia e Estero

Boom di prime dosi in Italia ma già si parla della quarta

«La possibilità è concreta e al momento non ci sono gli estremi per l'obbligo vaccinale» spiega il coordinatore del Cts Franco Locatelli
Le indicazioni all'interno di un centro vaccinale - © www.giornaledibrescia.it
Le indicazioni all'interno di un centro vaccinale - © www.giornaledibrescia.it
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Da un lato il Super Green Pass, che da lunedì ridurrà gli spazi per i non vaccinati dall'altro i timori per la risalita dei contagi: fatto sta che sono tornate a vedersi le file agli hub per vaccini. Negli ultimi sette giorni ne sono stati somministrati 2,7 milioni, di cui 232mila prime dosi (numeri che non si vedevano da due mesi), e i booster da lunedì viaggiano al ritmo di 350-400mila al giorno. Ma potrebbe non bastare. «Una quarta dose del vaccino anti-Covid è una possibilità concreta» spiega il coordinatore del Cts Franco Locatelli.

La terza dose, infatti, potrebbe generare «una risposta di memoria» aggiunge l’esperto ma non si può ancora dire quanto durerà questa protezione. Tramontata, di fatto, la possibilità che contro il Covid si possa raggiungere un'immunità di gregge, non è da escludere una dose di richiamo ogni anno, come si fa con l'influenza. In Israele, paese che prima di tutti ha avviato la campagna per il booster, già si parla di un ulteriore richiamo. E anche nel Regno Unito è stata ipotizzata, come argine alla variante Omicron, la somministrazione della quarta dose ai vulnerabili già vaccinati la terza volta da alcuni mesi.

È un dibattito che in Europa cammina di pari passo con quello sull'obbligo vaccinale, già annunciato da Austria e Grecia, e ipotizzato in Germania da febbraio. «L'obbligo «è l'ultima risorsa - spiega Locatelli - se la situazione dovesse peggiorare ma al momento non vedo gli estremi per questo». E aggiunge: «L'obbligo vaccinale implica molti aspetti di natura sociale e politica e vanno lasciati al decisore politico. Un conto è una situazione in Paesi con bassi tassi di vaccinati, un'altra la condizione dell'Italia».

Sono ancora 6,3 milioni gli italiani che non hanno alcuna protezione dal virus, non sono vaccinati e non sono guariti dal Covid negli ultimi 6 mesi, ma è anche vero che la platea degli ostinati si sta assottigliando: meno di due mesi fa, l'8 ottobre, erano 8,4 milioni quelli che ancora non avevano fatto il vaccino. Un deciso cambio di passo, a leggere l'ultimo report della struttura del commissario all'emergenza Francesco Figliuolo, c'è stato questa settimana: sono stati oltre 232mila le prime dosi effettuate.

A trainare la vaccinazione resta la fascia 12-19 anni, con oltre 61mila prime dosi in 7 giorni (33mila la scorsa settimana), ma sono state 38.241 le persone da 60 anni in su che si sono convinte. In totale in sette giorni (dal 26 novembre al 2 dicembre) sono stati somministrati 2.668.228 vaccini, comprese anche le seconde e le terze dosi. Numeri non lontani da quelli posti come obiettivo da Figliuolo, che in una circolare ha chiesto alle Regioni di tenere alto il ritmo delle somministrazioni, tra le 300mila (di domenica) e le 450mila dosi.

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