Boccia denuncia Sangiuliano per audio ex ministro con la moglie
ROMA, 13 DIC - Maria Rosaria Boccia ha presentato oggi un esposto nel quale contesta all'ex ministro Gennaro Sangiuliano le ipotesi di "calunnia e atti persecutori, nonché diffamazione aggravata a carico di alcune testate giornalistiche che avrebbero diffuso notizie non verificate". Nell'atto si evidenzia che il file audio alla base della recente polemica, relativo a una conversazione tra l'ex ministro e la moglie, era già nella disponibilità di Sangiuliano sin dal 15 agosto 2024, annullando quindi ogni presupposto temporale per eventuali querele. Secondo i legali di Boccia quanto emerso escluderebbe anche l'ipotesi del reato di interferenze illecite nella vita privata, poiché la telefonata sarebbe stata volontariamente resa nota dallo stesso ex ministro. I legali dell'imprenditrice, che hanno depositato l'esposto alla Procura di Torre Annunziata, intervengono anche sulle conseguenze del "polverone" mediatico sorto attorno a questa vicenda e richiamano l'attenzione dell'Ordine dei giornalisti, della Rai e del Garante per "l'ingiustificata inerzia dinanzi a tali accadimenti". Per gli avvocati dello studio studio legale Di Deco "l'opinione pubblica, come traspare dal dibattito sui social, si dice indignata per il mancato intervento e il silenzio di istituzioni, governo, principale emittente televisiva nazionale (Rai) e Ordine dei Giornalisti, che non hanno chiesto scusa né sanzionato chi ha diffuso accuse infondate. Questo, lamentano molti cittadini, rischia di legittimare la pratica della menzogna e della diffamazione, offrendo un pessimo esempio, soprattutto ai più giovani. Le accuse di manipolazione mediatica e 'polveroni' alzati ad arte per distogliere l'attenzione dalle reali responsabilità, stavolta, si intrecciano con un tema particolarmente sensibile: la violenza sulle donne. Il silenzio di politici e giornalisti, di fronte alla gogna mediatica subita per mesi dalla Boccia, appare imbarazzante e inaccettabile, alimentando la percezione di un potere capace di umiliare, denigrare e infangare impunemente, senza alcun segnale di ravvedimento o tutela nei confronti della vittima. La vicenda, emersa anche nell'inchiesta televisiva di Report, getta nuove ombre sull'uso strumentale dei media e della politica, riducendo al silenzio chi dovrebbe invece prendere posizione per difendere la dignità e i diritti fondamentali di ogni persona". Per questo, successivamente al deposito dell'atto, i difensori hanno provveduto a richiamare l'attenzione dell'Ordine dei giornalisti, della Rai e del Garante.
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