Bob Dylan tace dopo il Nobel. L'Accademia non lo trova
A Las Vegas non ha aperto bocca se non per cantare. Ora l'attenzione si è spostata a Desert Trip per la seconda puntata della «Woodstock dei Senior» assieme ai Rolling Stones. Poi a Phoenix domenica, Albuquerque martedì, il 19 a El Paso, il 22 a Thackerville in Oklahoma. Instancabile, inossidabile, il premio Nobel per la letteratura Bob Dylan non ha cambiato l'agenda del suo «Never Ending Tour» che da metà degli anni Ottanta lo porta a ricamare il suo messaggio di poesia in musica sulla mappa dell'America.
Ma se l'Accademia dei Nobel ancora non è riuscita a parlare direttamente con il cantante, Dylan potrebbe addirittura non ringraziare mai: così ha ipotizzato uno degli amici storici, il cantante Bob Neuwirth, parlando con il Washington Post. Dall'Accademia il cancelliere Odd Zschiedrich spiega che l'organizzazione del premio ha parlato «con l'agente e con il manager dei suo tour di concerti, ma non direttamente da lui», anche se minimizza: «Non è la prima volta, anche in epoche moderne, che non si riesce a parlare direttamente con il premiato».
A Las Vegas Dylan ha deluso chi si aspettava un commento sul premio con cui la giuria di Stoccolma ha allargato, secondo alcuni anche troppo, i confini della letteratura. Intanto, grazie all'inatteso premio, le vendite dei suoi libri (l'autobiografia Chronicles e la compilation The Lyrics 1961-2012) sono tornate a scalare le classifiche di Amazon.
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