Bimba morta in slittino, polemica per le indicazioni in tedesco
Sono due gli indagati per la bimba di Reggio Emilia, morta a seguito di un tragico incidente con lo slittino l’altroieri su una pista del Corno del Renon.
La Procura di Bolzano ha iscritto nel registro la madre della bambina, Renata Dyakowska di 38 anni, e un responsabile della società che gestisce il comprensorio sciistico del Corno del Renon.
L'ipotesi di reato è di omicidio colposo. La Procura ha, inoltre, posto sotto sequestro la pista nera «Schwarzsee 2» su cui è avvenuto l'incidente.
Ieri è stato effettuato un sopralluogo dal pm di turno, Luisa Mosna, anche per verificare se le protezioni collocate lungo il tracciato della pista nera riservata a sciatori esperti erano sufficienti. E dai primissimi accertamenti sarebbe emerso che all'inizio della pista nera il cartello era solo in tedesco, mentre l'avviso esplicativo verticale con il simbolo di divieto alle slitte sarebbe stato posto più un basso, a circa cento metri sotto, a discesa già iniziata.
Un dato che scatena la polemica politica. «La rimozione sui sentieri di montagna da parte dei gestori e ora anche sulle piste da sci di indicazioni fondamentali in italiano ora si può capire a quali tragedie possa portare», dice il consigliere provinciale Alessandro Urzì (L'Alto Adige nel cuore Fratelli d'Italia), che ora auspica che «cambi radicalmente l'approccio verso il tema del rispetto della lingua italiana con la nuova giunta». «Si può rischiare o perdere la vita se le avvertenze sulla pericolosità di un luogo sono solo in lingua tedesca», avverte, parlando di «responsabili morali».
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