Italia e Estero

Bergamo, mamma e figlia morte per il parto

Una trentaseienne di Alzano Lombardo è deceduta in seguito al parto cesareo d'urgenza. Morta anche la bimba che portava in grembo
Robertine Guira - Foto tratta da Fb
Robertine Guira - Foto tratta da Fb
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Un duplice dramma che si è concretizzato in pochi, interminabili minuti e, pare, senza che vi fosse alcun segnale premonitore. Martedì pomeriggio Robertine Guira, una trentaseienne nativa del Burkina Faso ma da tempo in Italia, è in fase di travaglio in sala parto all’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. All’improvviso la situazione precipita: la donna viene sottoposta a un parto cesareo d’emergenza, ma la bimba che portava in grembo nasce morta.

A nulla serve l'intervento del personale sanitario, che a lungo tenta di rianimare la piccina. Alla fine i medici si dovranno arrendere di fronte al dramma. Che non termina, purtroppo, con la morte della neonata. Dopo il cesareo, infatti, anche le condizioni della mamma si aggravano in maniera repentina: sopraggiunge un arresto cardiorespiratorio e Robertine viene rianimata e stabilizzata. Visto il quadro clinico molto grave, la trentaseienne viene trasferita all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove purtroppo a sua volta muore. In una sintetica nota, la struttura sanitaria di Bergamo evidenzia che «la signora è purtroppo arrivata in condizioni disperate ed è deceduta poco dopo».

Nel pomeriggio di ieri proprio il marito della trentaseienne, assieme ad alcuni parenti, si è presentato negli uffici della questura di via Noli a Bergamo per sporgere denuncia dell’accaduto. Oggi il sostituto procuratore titolare del caso, Carmen Pugliese, disporrà l’autopsia sui corpi di Robertine e della neonata. In giornata sarà aperto formalmente un fascicolo sul caso.

Intanto l’Ats Bergamo ha comunicato nella mattinata che istituirà subito una commissione di esperti affiancata da specialisti del Percorso Nascite” della direzione generale del Welfare regionale, per accertare le cause dell’accaduto. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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