Bergamo: dopo la lite, donna uccide il cugino a martellate
Al culmine dell'ennesima lite, ha afferrato un martello dal cassetto della cucina della sua casa di Pedrengo, alle porte di Bergamo, e ha inferto alcune martellate al cugino, ferendolo. Poi ha cercato di soccorrerlo, ma quando si è resa conto che la situazione si stava aggravando, ha chiamato il 118, riferendo di un malore. Alla fine una donna di 61 anni, Eliana Mascheretti, di professione ingegnere, è stata arrestata con l'accusa di omicidio preterintenzionale per aver causato la morte del cugino Giuliano Mascheretti, ex professore in pensione di 73 anni.
Quando, poco prima della mezzanotte di ieri, sono arrivati i soccorritori del 118, l'anziano era infatti già morto e a nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo. Sentita dai carabinieri di Bergamo e dal sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Emanuele Marchisio, la donna ha ammesso le proprie responsabilità, riferendo però di aver colpito più volte il cugino con il martello senza l'intenzione di ucciderlo. Anzi, quando si è accorta che l'uomo iniziava ad accusare problemi di respirazione, lo ha soccorso e tentato di medicare.
Forse è stato ucciso da un'emorragia interna, causata da una delle botte inferte con il martello tra schiena, arti e testa. Lo confermerà o meno l'autopsia, che sarà eseguita nelle prossime ore nella camera mortuaria dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove il corpo senza vita di Mascheretti è stato trasferito al termine dei rilievi dei carabinieri del reparto scientifico del nucleo investigativo.
I due cugini erano entrambi non coniugati: la villa teatro dell'omicidio si trova in via Camozzi al 12, in centro a Pedrengo, paese di 6 mila abitanti dove Eliana è conosciuta. Da cinque anni ospitava il cugino, giunto da lei da Bergamo, dove non era più in grado - è emerso - di badare a sé stesso per via di alcuni problemi e acciacchi dovuti all'età. Questa situazione di convivenza tra i due cugini - i cui padri erano fratelli - è andata degenerando nel corso degli anni, fino alle continue liti anche per motivi banali. Eliana avrebbe voluto portare Giuliano in casa di riposo, ma lui si era più volte opposto, chiedendo alla donna di poter essere assistito a casa. Lei, distinta, spesso portava in vacanza i figli delle famiglie immigrate che, nel corso degli anni, la aiutavano nella manutenzione della grande villa. Ora è in carcere a Bergamo.
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