Beirut un anno dopo l'esplosione del porto: «Libano al collasso»
Il racconto in presa diretta della fotografa bresciana Francesca Volpi e l'analisi di un Paese in crisi da molti anni
Le macerie del porto di Beirut, rimaste come un anno fa - Foto Francesca Volpi / WeWorld
«È come camminare sul ghiaccio, ogni volta che esci di casa». Francesca Volpi, fotografa freelance classe ’85, usa queste parole per descrivere il clima a Beirut, in Libano, alla vigilia del primo anniversario dell’esplosione che il 4 agosto 2020 ha devastato il porto e parte della città. «Non è cambiato niente da allora. Anzi. Il Paese è al collasso. Si fanno ore di coda sotto il sole per la benzina, non ci sono medicinali di base, l’elettricità scarseggia, la gente è in miseria e il governo in
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