Italia e Estero

Banda dell'Audi Gialla, arrestato in Grecia l'autista

E' finito in manette in Grecia, dopo una lunga caccia all'uomo, il presunto autista della banda dell'Audi Gialla, che seminò terrore nel Nord-Est
  • Banda dell'Audi gialla, preso in Grecia l'autista
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I banditi dell' Audi gialla avevano lanciato una sfida a gennaio, pensando di poter restare impuniti sfrecciando a oltre 260 chilometri all'ora in autostrada e a 200 in contromano, ma a vincere «è stato lo Stato» con le manette scattate ai polsi in Grecia del presunto autista, un albanese di 36 anni, già noto alle forze dell'ordine, e il cerchio che si sta chiudendo verso i componenti dell'intera banda.

Vasil Rama è stato bloccato tramite il Servizio di cooperazione internazionale del Ministero dell'Interno e con la collaborazione della polizia ellenica. Una vittoria arrivata dopo indagini meticolose, sul campo e attraverso intercettazioni, con una squadra di Carabinieri dedita solo ad arrivare all'arresto dei banditi dell' Audi gialla. «Abbiamo voluto vincere la sfida - ha sintetizzato il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio - che questi signori avevano voluto lanciare in modo arrogante e pericoloso allo Stato, alla forze dell'ordine e alla società civile».

C'è uno spirito di soddisfazione e orgoglio nelle parole di Nordio, del procuratore capo Luigi Delpino e del comandante della Legione Veneto dei Carabinieri, gen. Maurizio Detalmo
Mezzavilla, nel fare il punto delle indagini condotte dai Carabinieri di Venezia, e coordinate dal pm Stefano Ancilotto, su una vicenda che era esplosa a livello mediatico sul gruppo, composto da 3-4 persone, che per circa una settimana, a inizio anno, compariva di notte sulle strade del Nordest a bordo di una Audi gialla per compiere furti. Auto intercettata più volte dalle forze dell'ordine tra Veneto e Friuli, anche inseguita, esplosi alcuni colpi a scopo intimidatorio, ma poi lasciata allontanarsi al fine di evitare possibili incidenti, vista la folle velocità della vettura in fuga.

Alla fine, il 25 gennaio scorso, l' Audi è stata trovata bruciata ad Olmè di Fonte (Treviso), ma nelle mani dei carabinieri è rimasto un particolare, forse una carta, con un'impronta e anche da questo, grazie al lavoro dei Ris di Parma, si è chiuso il cerchio attorno a Vasil Rama, fermato mentre con la famiglia aveva appena superato il confine greco per andare a trovare i suoceri. Un personaggio definito dagli investigatori «scaltro, di alto livello criminale» che in questi mesi ha girato tra Italia, Francia e Germania, usando alias e documenti falsi, prima di fare ritorno in Albania. Forse nella terra delle Aquile sono andati anche i componenti della banda che mancano all'appello, tutti usciti dall'Italia dopo essersi sbarazzati dell'auto. Indagini sono in corso per possibili favoreggiamenti nei loro confronti mentre erano in Veneto, con probabili basi d'appoggio tra le province di Venezia e Treviso. 

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«Gli eravamo molto vicini» hanno detto i carabinieri. Banditi che avrebbero continuato a usare una vettura per alcuni giorni anche dopo che era diventata "famosa", con i fermi immagine in autostrada e a un distributore di benzina finiti sui media,  proprio perché sarebbero stati convinti di poter godere di una sorta di impunità vista la spericolatezza e la velocità oltre ogni limite tenuta sulle strade. Sul piano dei reati, a carico del presunto autista c'è l'accusa, su un mandato di arresto europeo emesso dal Gip lagunare, di furto pluriaggravato per due "colpi" a San Donà di Piave (Venezia), di ricettazione e di resistenza a pubblico ufficiale. A suo carico anche una pendenza emessa dal tribunale di Bolzano sempre per reati predatori.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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