Italia e Estero

Bambini educati a tavola e non: come si fa?

A Daniele Novara, pedagogista, counselor e formatore abbiamo chiesto qualche consiglio sull'educazione dei figli
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Sentirselo dire da un pedagogista, counselor e formatore come Daniele Novara, con quell’accento emiliano e quel tono calmo anche a fine giornata, ti fa sentire come in poltrona e ti apre il cuore.

Anche se hai due bambini appena usciti dalla vasca che ti tirano per una manica dicendoti a raffica «Ho fame», una pentola di pasta sul fuoco, i compiti da controllare, i vestiti da stirare e, come tutte le mamme sanno in quel preciso, variabilissimo orario di precena, molto altro da fare.

«Il genitore perfetto non esiste» - mi dice Novara (sollevandomi non poco dal pensiero del bagno allagato e dei rischi aquaplaning) e così mi sento già di nutrire una certa fiducia nel professionista che, tra mille libri scritti, ha fondato anche il Centro Piscopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti e ha promosso la Scuola Genitori anche qui a Brescia.

Professore - sì, è anche docente del Master in Formazione interculturale all’Università Cattolica di Milano - mi dica, allora, come si fa? A fare i genitori, se non perfetti, almeno passabili...«Si può dire - prosegue Novara - che esistono dei comportamenti migliori di altri per i nostri figli. Esiste un modo di comunicare da preferire. Se, ad esempio nostro figlio è stato chiamato a cena, ma non vuole venire perché sta guardando i cartoni, urla e minacce non sono la strada corretta. Specie se si ha a che fare con i bambini piccoli: dobbiamo ricordare chi abbiamo di fronte».

Quando si parla di bambini si sente spesso parlare di intelligenza emotiva, che cosa è? «I bambini vivono dentro il mondo emotivo, è il loro stesso respiro. La consapevolezza delle proprie emozioni è però qualcosa di molto complesso da conquistare. Se, ad esempio, un bambino di due anni e mezzo dice che vuole picchiare la testa contro il muro, che vuole darti un bacio o che dichiara la sua rabbia o la sua contentezza ecco, questo bambino non è migliore di un altro che invece non dice nulla. Entrambi "funzionano", solo che il primo avrà più attitudini espressive, l’altro attitudini diverse, è più contenuto. Ciò per dire che è molto difficile fare programmi sull’intelligenza emotiva».

Come si fa allora a cogliere le emozioni dei nostri figli e a restituirgliele in modo che possano conoscerle e riconoscerle? «Ciò che è importante è che il genitore non blocchi le emozioni del figlio. "Voglio tirarti tutti capelli!" non è una minaccia, ma è l’espressione di una frustrazione che magari ha subìto, magari mentre sta guardando la tv, ma la mamma chiama perché la cena è pronta. Il genitore deve accogliere e accettare gli stati d’animo dei più piccoli. Ricordiamo che il pensiero infantile è un pensiero magico. Se il bambino urla "mamma" in continuazione non si tratta di un comportamento disfunzionale, ma nel cervello del bambino prende forma l’idea che solo al pronunciare il nome mamma lei possa arrivare e soddisfare i suoi bisogni».

Come si fa a non farsi prendere e a reagire in modo equilibrato davanti ai capricci? «Intanto i capricci non esistono (ah sì?), esistono bisogni infantili che non trovano soddisfazione. Ricordiamoci che il bambino di 5 anni, ad esempio, ha bisogno di correre due ore al giorno, si chiama in gergo, scarico motorio. Se siamo al ristorante, magari di sabato, non possiamo pretendere che nostro figlio stia seduto un’ora e mezza o due. Non ce la fa. Il genitore deve saperlo e si deve organizzare. Il bambino è al supermercato: chiaro che sia attratto da tutto, perché bombardato da mille stimoli, non si può chiedergli di stare tranquillo. I bambini sono vivaci per natura».

Da cosa iniziare per avere un buon clima in casa? «I bambini si comportano bene se i genitori creano condizioni giuste. Ci vogliono regole chiare, adeguate all’età e condivise da entrambi i genitori in modo da non confondere i bambini. Quando si va a letto, bisognerebbe avere regole e orari per andare a dormire. La tv, che si decida se e quanto guardarla. Una buona ruotine è educativa e previene le sfuriate emotive dei genitori».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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