Italia e Estero

'Avvocati e giudici perseguitati', a Torino sos da Bielorussia

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TORINO, 24 GEN - Una "repressione durissima" che dal 2020 investe l'avvocatura e non risparmia la magistratura. Il dramma in cui versano le toghe in Bielorussia è stato raccontato oggi a Torino nel corso di un convegno organizzato in occasione della Giornata mondiale dell'Avvocato in pericolo. "Quando si vuole reprimere il dissenso - ha spiegato Simona Grabbi, presidente dell'Ordine degli avvocati del capoluogo piemontese - i primi ad essere colpiti sono gli avvocati. Sappiamo che sei stanno scontando delle pene detentive in carcere e altri cento sono stati radiati. Ma non ci sono dati ufficiali su coloro che decidono di lasciare volontariamente la professione: e anche questo è inquietante". Grabbi ha osservato che in Bielorussia "gli ordini forensi sono sotto il controllo del ministero della giustizia" e ha aggiunto che "sono perseguitati anche i magistrati". "I giudici - ha spiegato - sono nominati dal potere esecutivo. E se emettono una sentenza che non piace possono essere revocati". Nel Palazzo di giustizia di Torino hanno portato la loro testimonianza due avvocate bielorusse, Maria Kolesava-Hudzilina e Anna Matsiyeuskaya, entrambe impegnate nella difesa dei diritti civili e nell'assistenza ai rifugiati, perseguite in contumacia dalle autorità del loro Paese con accuse di "terrorismo" (la prima) e "comportamenti anti governativi" (la seconda). Uno dei dettagli che hanno rivelato è "la targhetta gialla" che gli avvocati condannati sono obbligati a portare sui vestiti "come gli ebrei in Germania sotto il nazismo". "Una manifestazione come quella di oggi - hanno commentato - dimostra che la solidarietà esiste. È un segnale di speranza. Come si legge nel messaggio che ci ha fatto avere una nostra collega in prigione, dopo l'oscurità tornerà il sole". Il convegno è stato preceduto da una marcia degli avvocati, tutti con la toga indosso, al piano terreno del Palazzo di giustizia. Vi hanno preso parte anche il presidente della Corte d'Appello, Edoardo Barelli Innocenti, il procuratore generale, Lucia Musti, il presidente del tribunale, Modestino Villani, e il procuratore Giovanni Bombardieri.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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